La famiglia di Angelo Onorato potrà dargli il suo ultimo saluto oggi, in occasione dei funerali: la salma dell’imprenditore e architetto, marito dell’eurodeputata Francesca Donato, è stata restituita dalla Medicina legale, mentre proseguono le indagini sulla sua morte. Anche se sul corpo dell’uomo non sono stati riscontrati segni di violenza, la moglie continua a ritenere che si tratti di omicidio e che l’autopsia non rappresenti il punto finale dell’inchiesta. L’ipotesi del suicidio viene, quindi, respinta dalla famiglia di Onorato, anche in virtù di alcuni elementi su cui non può sbilanciarsi in questa fase. Infatti, Francesca Donato chiede rispetto anche per i figli Carolina e Salvatore, con cui sta vivendo un “momento drammatico“, ma anche riservatezza, visto che si stanno cercando risposte per risolvere quello che è a tutti gli effetti un mistero.
Ad esempio, smentisce la ricostruzione di un misterioso incontro in un bar con uno sconosciuto: in realtà era il cognato Antonio, marito della sorella di Angelo Onorato che era andato a prendere in aeroporto. Ma c’è una frase che si rincorre nella mente della moglie Francesca Donato e che viene riportata dal Corriere della Sera: “Vado a Capaci per risolvere una cosa, spero in modo bonario“.
IL MISTERO SULLA QUESTIONE DA RISOLVERE A CAPACI
Francesca Donato si ritrova divisa dalla necessità di andare avanti anche per i suoi figli e da quella di scoprire la verità su cos’è successo al marito Angelo Onorato, infatti il suo obiettivo principale resta quello di scoprire “i colpevoli di questo delitto“, che per ora non hanno un volto, ma andrebbero cercati a Capaci, visto alla frase che l’imprenditore aveva confidato al cognato nel loro incontro al bar. Stando a quanto riportato dal Corriere, sono stati ascoltati anche Cristiano Battaglia e Giuseppe Pretesti, imprenditori che avevano rilevato da Onorato recentemente quote di aziende coinvolte in una lottizzazione predisposta a Capaci, dove il suocero di Francesca Donato aveva lasciato un terreno di 9mila metri quadrati e dove la vittima aveva chiesto dal 2014 di costruire 25 appartamenti, non senza difficoltà, come confermato dal sindaco Pietro Pucci.
Questi ha segnalato che senza la realizzazione di opere urbane non si può chiedere l’autorizzazione alla costruzione. Questioni che Angelo Onorato dopo qualche anno si era deciso ad affidare ai due amici, preferendo fare una retromarcia anche per scongiurare contatti con “persone sbagliate“, come ha scritto nella lettera per la moglie, redatta a febbraio e affidata a un legale due giorni prima della sua morte.