Francesca Girardi a 9 anni è stata mutilata da un evidenziatore bomba piazzato sul Piave a Fagarè da Unabomber, l’attentatore seriale mai identificato che tra il 1990 e il 2000 ha commesso numerosi atti di violenza in Veneto e in Friuli. Il ricordo di quel drammatico 25 aprile 2003, quando a causa dell’esplosione perse una mano e un occhio, è ancora vivido nella sua mente.
“Giocavo attorno a un pilone del ponte con Marco, un mio amichetto. Siamo stati lì ore e l’evidenziatore non c’era, poi ci siamo allontanati un attimo a fare merenda. Quando siamo tornati a rincorrerci, eccolo lì in bella mostra per noi. Entrambi lo abbiamo notato e abbiamo fatto a gara per prenderlo e aprirlo. Purtroppo ho vinto io”, ha ricordato a Quotidiano Nazionale. A guardarli da lontano c’era Unabomber. “Un attimo prima dell’esplosione mi sono accorta che c’era un signore che sorrideva. Ma non era un semplice sorriso. Ci stava dicendo ‘Io so qualcosa che voi non sapete’”.
Francesca Girardi, mutilata da Unabomber: riaperte le indagini
A oltre vent’anni di distanza da quando Francesca Girardi fu mutilata, la Procura di Trieste ha riaperto le indagini per identificare Unabomber, colpevole di ventotto attentati. “È una gioia incontenibile, ma non ho ancora realizzato bene. Finalmente c’è chi vuole capire cosa davvero è successo. Per noi vittime serve la parola ‘fine’ a questa vicenda”, ha commentato.
La donna è l’unica superstite ad avere visto l’attentatore in volto. “Aveva pochi capelli brizzolati, sembrava un ‘giovane anziano’ ma era ‘giovane’. Aveva occhiali con lenti degradate e una camicia hawaiana. Se ci ripenso, lo rivedo tuttora, con le mani in tasca”. La speranza è che possa presto essere trovato, affinché le vittime abbiano giustizia. “Io credo che sia vivo. È nascosto tra noi, sta male ed è pericoloso. Se lo avessi di fronte, gli farei tante domande. Perché l’hai fatto? Chi sei? Chi ti ha aiutato?”.