Francesca Michielin ha le idee molto chiare su cosa farà “da grande” e soprattutto quando sarà “vecchia”, augurandosi di lasciare spazio a voci più giovani della sua. “A 64 anni non penso che farò questo mestiere e spero di godermi la vita – ammette schiettamente in un’intervista rilasciata a La Stampa – Faccio un esempio: la Vanoni è un mito ed è stata una figata sentirla cantare a Sanremo però penso che da anziani si debba lavorare se si hanno cose da dire”.



Francesca Michielin denuncia che “finché una persona più grande è un riferimento va bene ma se un ‘grande vecchio’ si limita a dire che i giovani sono incompleti e superficiali non va bene”. Infatti, ammette che diverse volte nella sua vita “mi sono spesso sentita incompleta e per citare Calvino: ‘quando senti incompleto sei solo giovane’”. Un pensiero dunque decisamente controcorrente rispetto alla normalità in cui grandi nomi del passato del mondo dello spettacolo si scagliano contro le nuove generazioni, forse senza comprenderle appieno.



Francesca Michielin: “noi donne rifiutate nella nostra complessità”

Francesca Michielin ha le idee altrettanto chiare anche su numerose questioni oltre alla presenza di “vecchi” che ancora calcano le scene, questioni che spaziano dall’attivismo alla politica. Come donna sostiene che “spesso l’errore che si fa con noi donne è rifiutare la nostra complessità. Non posso andare a una sfilata di Moschino o Prada e twittare contro l’ascesa della destra nel nostro Paese sennò, certa opinione pubblica, mi bolla come incoerente; non sono stata fuori luogo poiché non facevo riferimento alla resistenza partigiana, nemmeno ci ho pensato, ma a qualcuno faceva comodo usare il mio tweet” si sfoga tra le pagine de La Stampa, riferendosi a una polemica che l’ha vista recentemente protagonista.



Ma affronta anche l’argomento dell’uguaglianza e dei diritti, ricordando che “per chi vive una relazione omosessuale è sempre molto complicato sentirsi totalmente serene nel condividere la propria felicità”. Su questa tematica, Francesca Michielin denuncia che “mancano i politici e allora si chiede agli artisti di fare i politici. La sinistra si è concentrata troppo sui social piuttosto che ricordarsi quanto disagio c’è tra i ricchi e poveri e di un sacco di altre cose a cui dovrebbe porre attenzione”.