Francesca Michielin, un percorso di costante crescita e nuove consapevolezze

Francesca Michielin si racconta a cuore aperto in un’intervista concessa al Corriere della Sera prima di mesi piuttosto intensi, dall’inizio di un nuovo tour che la vedrà impegnata quest’estate alla preparazione della nuova edizione di X Factor, in partenza da settembre. La cantante ricorda i suoi esordi e la sua evoluzione, non solo a livello musicale ma anche nello stile: “Esteticamente non ero niente di che, non stavo dritta con la schiena, non mi truccavo, mi vestivo normalmente: mi feriva sentirmi ripetere quanto fossi bruttina e goffa. Anche questa è mentalità provinciale: ti devono mettere in un gruppo per definire la tua identità“.



Oggi ha acquisito maggior consapevolezza di se stessa: “Ho un rapporto più bello con il mio corpo e l’immagine che mi sono scelta. E sono anche fiera di poter abbracciare le mie contraddizioni: sono tutte e nessuna“.

Francesca Michielin e la musica di oggi: “In voga testi maschilisti della trap

Francesca Michielin, da sempre in difesa dei diritti delle donne, ammette di aver spesso subito critiche e insulti per aver azzardato a esprimere un pensiero esterno al mondo della musica: “Alle persone non va giù che una donna possa avere più interessi. Quando scrivono “pensa a cantare” sotto a un post su un tema sociale lo vivo come un insulto pari a “vai a pulire i piatti”. Sui social sono stata subissata di hating e insulti sessisti per sei mesi per aver sbagliato la definizione di una tecnica bassistica“.



E, a seguire, offre il suo punto di vista sull’attuale panorama musicale, dominato soprattutto da volti maschili: “Siamo in una fase complessa. La narrazione che si fa delle donne è ferma e la narrazione che fanno le donne di se stesse è avanti. Da un lato sono in voga i testi maschilisti della trap. I ragazzini sentono queste cose e finiscono per dire: “le donne sono tutte pu*ane”. Allo stesso tempo ci sono artiste consapevoli di una nuova e diversa femminilità, non quella della ragazza che canta bene e basta, che rivendicano la propria complessità e finiscono per stare antipatiche perché secondo qualcuno non dovrebbero pensare di poter discutere con i politici, come ad esempio fa Elodie“.