Francesca Neri, dagli esordi sul grande schermo al Nastro d’argento con Massimo Troisi

Il ruolo di Francesca Neri per il cinema italiano è forse tra i più influenti degli ultimi anni; classe 1964, ha coltivato da giovanissima la passione per la recitazione sfruttando al meglio gli studi presso il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma. Il suo debutto sul grande schermo risale al 1987 con Il grande Blek, prima di trovare la consacrazione nella pellicola di Bigas Luna, L’età di Lulù. Il punto più alto della sua carriera può essere collocato nel 1991; protagonista in Pensavo fosse amore… Invece era un calesse – del compianto Massimo Troisi – ottenne l’inestimabile premio cinematografico del Nastro d’argento.



Per Francesca Neri seguiranno nel corso degli anni successivi, chiaramente fino ad oggi, una lunga serie di partecipazioni e collaborazioni di spicco sia per il piccolo che per il grande schermo. Negli ultimi tempi però – suo malgrado – il nome dell’attrice è stato accostato a questioni delicate sia dal punto di vista personale che sentimentale. Francesca Neri ha infatti dovuto fare i conti sia con una patologia debilitante – da lei stessa raccontata in recenti interviste – sia con la sofferta separazione dopo anni di unione con Claudio Amendola.



Francesca Neri, il calvario della malattia e la sofferta separazione da Claudio Amendola dopo 25 anni

Francesca Neri e Claudio Amendola si erano conosciuti sul finire degli anni ’90, legandosi ufficialmente intorno al 1998. Accomunati dalla passione per la recitazione, si erano conosciuti proprio sul set grazie al film Le mani forti. Dal loro amore – suggellato successivamente dal matrimonio nel 2010 – è nata anche il primogenito di Francesca Neri, Rocco, terzo figlio invece per Claudio Amendola. La scorsa estate però, in maniera congiunta, gli attori hanno comunicato al grande pubblico la sofferta decisione di prendere strade diverse.



Oltre al sofferto divorzio da Claudio Amendola, gli ultimi anni di Francesca Neri sono stati condizionati anche da una patologia che lei stessa ha raccontato in un libro; Come carne viva. “Tutto è iniziato 5 anni fa e la fase acuta della malattia è durata tre anni. Non ho mai avuto paura della sofferenza, ma il dolore fisico costante mi ha fatto perdere il controllo e il contatto con la realtà“. Queste le parole di Francesca Neri utilizzate nel libro per rappresentare quanto la patologia che l’ha colpita abbia condizionato non solo la sua salute ma anche la propria emotività. “Questa malattia, una cistite cronica interstiziale, mi ha costretta a guardarmi dentro e a prendere atto del mio lato oscuro; mi ritengo una sopravvissuta perché ho toccato il fondo, ma poi è iniziata la risalita“.