«È stata una tragica fatalità, tutto lasciava presagire che non ce l’avrei fatta. Io dico sempre che gli angeli custodi hanno fatto gli straordinari, si vede che nella mia vita avrei dovuto fare qualcosa. Dunque eccomi qui oggi a raccontare una bella vita, lunga e intensa»: così Francesca Porcellato, campionessa paraolimpica, ai microfoni di Oggi è un altro giorno. La veneta ha poi aggiunto: «Il 21 marzo è stato il giorno del mio incidente, ma anche della mia rinascita: quell’evento ha cambiato la mia vita, ma mi ha fatto rinascere in una nuova veste. Ho fatto l’atleta e ho fatto tante altre cose».



Nel corso dell’intervista rilasciata ai microfoni di Serena Bortone, Francesca Porcellato ha parlato del cambiamento del mondo nei confronti della disabilità: «Io sono molto comprensiva, mi metto sempre nei panni degli altri: solo così può esserci vicinanza. La mia disabilità risale agli anni Settanta, quando era un tabù e i disabili venivano tenuti in casa. L’Italia e il mondo sono cambiati, oggi è diversa la visione della disabilità: si gira bene, sono cadute le barriere architettoniche ed è cambiata la cultura. Ci fermiamo troppo spesso su quello che vediamo, ma dobbiamo vedere la persona: può esserci imbarazzo perché non sai chi incontri, ma è sbagliato, incontriamo e parliamo con le persone. Io non sono la mia carrozzina, io sono Francesca». (Aggiornamento di MB)



FRANCESCA PORCELLATO CHI È: L’INCIDENTE CHE LE HA SEGNATO LA VITA

Dell’incidente che ha reso paraplegica Francesca Porcellato, atleta plurimedagliata alle Paralimpiadi, avevamo parlato nemmeno due settimane fa, in occasione della pubblicazione della sua biografia. Aveva un anno e mezzo: difficile che ricordi qualcosa, più facile che le terribili informazioni siano poi arrivate in altra età. Ad ogni modo, Francesca giocava nei pressi della casa di campagna a Riese Pio X, nel trevigiano, quando un’autocisterna per il trasporto del gasolio l’aveva pienamente investita, scambiandola per una bambola come l’autista aveva spiegato, in un goffo tentativo di giustificazione.



Francesca Porcellato sopravvisse (e già non è scontato) ma il corpo subì gravissime conseguenze: in particolare la lesione di due vertebre la costrinse per tutta la vita su una sedia a rotelle. Cosa che la Porcellato ha trasformato in una carriera: non subito, perché ha ammesso che inizialmente quelle “braccione” non riusciva proprio a sopportarle. Tuttavia, a causa di un’ernia cervicale che per un certo periodo le aveva tolto l’uso del braccio destro, ha imparato a conviverci e anche ad amarle: anzi, le ha appunto convertite in uno strumento che l’ha portata alla gloria sportiva.

LA CARRIERA DI FRANCESCA PORCELLATO

Già, perché nella sua carriera di paratleta Francesca Porcellato ha vinto tantissimo. Alle Paralimpiadi parliamo di 10 medaglie nell’atletica: a Seul 1988 aveva quasi 18 anni, dominò mettendosi al collo due ori (100 metri e 4×100), un argento nei 200 e due bronzi nelle staffette 4×200 e 4×400, tornando dunque a casa con cinque medaglie. A Barcellona 1992 Francesca Borcellato vinse “solo” un bronzo sui 400 e così anche a Sydney 2000, poi arriviamo alle Paralimpiadi di Atene nel 2004 dove, già 34enne, è riuscita a mettersi al collo due argenti e un bronzo. Un totale appunto di 10 medaglie, ma la Porcellato ha vinto tanto anche in altre specialità: per esempio 9 ai Mondiali di cui 4 d’oro, e poi ancora 10 agli Europei.

Quello che l’ha reso famosa è stata soprattutto il fatto di essere un’atleta polivalente, perché dopo i grandi successi nell’atletica si è dedicata all’handbike e allo sci di fondo, cambiando ambito anche in maniera radicale. Sugli sci ha saputo essere vincente come nell’atletica: in questo senso ha preso parte alle Paralimpiadi invernali, e a Vancouver 2010 ha vinto l’oro nello sprint, per poi ottenere un argento e due bronzi nell’handbike (particolare non indifferente: a Tokyo l’anno scorso aveva 51 anni). Non è da tutti ottenere medaglie nei Giochi estivi e invernali, perché parliamo di contesti anche totalmente differenti: Francesca Porcellato lo ha fatto.