Francesca Porcellato è un nome molto conosciuto in Italia: campionessa che ha vinto la bellezza di 14 medaglie e 11 Paralimpiadi. Una forza fuori dal comune oltre che dedizione e costanza quella di Francesca che oggi ha 51 anni e che è paraplegica da quando aveva 18 mesi. È salita nel podio per cinque decenni (da Seul 1988 a Tokyo 2020), una sicurezza nel mondo delle Paralimpiadi sia estive che invernali per un totale di 14medaglie (3 ori, 4argenti e 7 bronzi) in 3 sport come atletica leggera, sci di fondo e handbike. Intervistata da ‘Libero’, la campionessa so è raccontata a tutto tondo, partendo da quando era molto piccola: “Non potendo camminare la suora mi lasciava da sola con la cuoca. Una volta si rifiutò di prendermi in braccio e io caddi col deambulatore in mezzo alla chiesa, rimediando pure le sculacciate“, racconta Francesca Porcellato.
La campionessa racconta l’incidente avuto da piccola, a soli 18 mesi di vita: “Era il 21 marzo 1972. Sono qui per una questione di millimetri. Sono stata travolta da un’autocisterna in manovra mentre stavo giocando sull’aia della nostra casa a Poggiana. L’autista mi schiacciò scambiandomi per una bambola. Lesione midollare, paraplegica per sempre. Non ho memoria di quel giorno, ma oggi ho una vita piena con molto di più di quello che chiedevo“.
Francesca Porcellato: “Ho accettato la mia disabilità grazie alla mia famiglia”
“La mia famiglia mi ha aiutato a vedere le cose sotto un aspetto diverso dal mio“, continua la campionessa ricordando la prima Paralimpiade: “Avevo 17 anni e da 10 mi allenavo da sola con la carrozzina nelle strade vicino casa sperando che la mia voglia di essere un’atleta si concretizzasse”. “Poi grazie a un incontro casuale dopo pochi mesi, nel 1987, mi ritrovo protagonista ai Mondiali di Londra. Esordisco con un argento nei 200 metri, bisso con l’oro e il primato italiano nei 100”, ricorda con orgoglio Francesca Porcellato.
Ai microfoni de La Stampa l’atleta parla anche della sua famiglia, con il compagno di una vita Dino: “Famiglia e figli? Io e Dino, mio tecnico e compagno da 30 anni, lo abbiamo cercato, ma non è arrivato. Si vede che un figlio non rientrava nel disegno della mia esistenza”. La campionessa poi spezza una lancia in favore del movimento Paralimpico, spesso non considerato come dovrebbe essere dallo Stato: “Il nostro movimento ha fatto grandi passi in ambito sportivo, ma per lo Stato restiamo invisibili. Io sono tra le più fortunate, ma denuncio pensioni di invalidità irrisorie e ausili medici inadeguati alle singole esigenze”, conclude Francesca Porcellato.