Francesca Vecchioni ideatrice dei Diversity Media Awards 2022
Francesca Vecchioni è la presidente di “Diversity”, ma anche l’ideatrice dei “Diversity Media Awards“, gli Oscar dell’inclusione trasmessi sabato 28 maggio 2022 in prima serata su Rai1. Dopo aver conseguito una laurea in Scienze Politiche, la figlia di Roberto Vecchioni si è dedicata al mondo dell’informazione e del giornalismo diventando anche una attivista dei diritti umani e consulente sulle tematiche Diversity & Inclusion. Lei è la fondatrice e presidente di Diversity, organizzazione no-profit impegnata a promuovere l’inclusione da cui è nata l’idea dei Diversity Media Awards e il Diversity Brand Summit.
Intervistata da theworm.it ha parlato di come sia cambiato l’atteggiamento da parte delle persone su certi temi: “non è totale apertura. Ci sono aspetti positivi e aspetti negativi. La visibilità, un elemento fondamentale che porta alla conoscenza dei temi, è ormai maggiore. La discriminazione e tutte le fobie derivanti sono portate dalla paura: la paura di ciò che non si conosce, di ciò che è diverso, di non saper rispondere alle domande dei propri figli. Tutto ciò può essere contrastato solo grazie alla conoscenza”.
Francesca Vecchioni: “gay, lesbiche, bisessuali, transgender rappresentate come delle macchiette in tv”
Non solo, Francesca Vecchioni parlando del mondo LGBT e di tematiche così importanti ha precisato: “veniamo da una generazione in cui i media affrontavano o parlavano pochissimo di questi temi. Il fatto di parlarne è già importante anche se poi bisogna vedere come se ne parla: la visibilità è una cosa, affrontare i temi è un’altra ancora. La visibilità vuol dire dare voce, far parlare le persone che non siano alieni: sono delle persone vere, reali, con i sentimenti, i bisogni, le paure, le insicurezze, come chiunque altro”. La figlia di Roberto Vecchioni fa poi una considerazione vera e pungente: “quando le persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender, venivano rappresentate come delle macchiette in televisione, il mondo aveva idea i gay che fossero solo una macchietta, che le lesbiche non esistessero e le persone transgender fossero qualcosa venuto fuori male o rotto. Nel momento in cui si riesce a dare visibilità, cambia la prospettiva”.
Secondo l’ideatrice dei Diversity Media Awards è fondamentale dare voce alle persone coinvolte: “nothing about us without us”. Infine parlando di DiversityLab ha aggiunti: “realizziamo i Diversity Media Awards e lavoriamo proprio su questo. Per parlare di alcune tematiche, occorre farlo nella maniera più consapevole per evitare di fare del diversity washing, per essere il più autentici possibile nel momento in cui si fa, per rispettare le persone e i temi. È la chiave: più sei in grado di parlare in maniera autentica, rappresentativa, corretta, rispettosa delle tematiche, più riesci a mostrare la diversità e la ricchezza di cui è fatto il mondo, più stai facendo del bene a questo mondo”.