CAOS PD, FRANCESCHINI ‘ROTTAMA’ BONACCINI E SCEGLIE ELLY SCHLEIN

Le Primarie del 19 febbraio 2023 sono di fatto già entrate nel vivo in casa Pd, specie dopo l’uscita del “deus ex machina” di questi anni post-Renzi: l’ex Ministro della Cultura Dario Franceschini al “Corriere della Sera” sdogana ufficialmente la sua scelta per il Congresso, sposando la causa di Elly Schlein e “rottamando” di fatto il Presidente di Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. «Dopo la pandemia e la guerra in Ucraina stanno cambiando tutti i punti di riferimento attorno a noi. In Europa, nel rapporto tra Stati e mercati, tra economia e ambiente, tra era digitale e diritti. Solo generazioni nuove possono capire e interpretare veramente questa stagione»: così Franceschini motiva il suo “endorsement” alla giovane candidata alle Primarie Dem, contro Paola De Micheli, Gianni Cuperlo e per l’appunto Stefano Bonaccini.



Per l’ex Ministro e uomo da 20 anni ai vertici del Pd, «Schlein ha 37 anni e tutte le caratteristiche culturali e personali per essere la leader del Pd in questo tempo nuovo. La generazione mia e di Bonaccini ha guidato il partito ai vari livelli dalla fondazione nel 2007 ad oggi e ora è giusto che lasci il passo». Secondo Dario Franceschini in questo momento, con il Pd ben al di sotto del 20% e sconfitto in tutte le ultime Elezioni, non vi è bisogno di una «continuità» che rappresenta Bonaccini, bensì «di un punto di frattura. La destra, questa destra italiana così estrema, la si contrasta non proponendo al Paese, come troppe volte abbiamo fatto, pressappoco le loro stesse risposte con solo una spruzzatina di giustizia sociale in più, ma facendo emergere tutte le differenze profonde sui valori e sui modelli di società. Per questo serve un Pd più radicale nella proposta politica, più netto e più coraggioso».



FRANCESCHINI: “SERVE LA VERA SINISTRA MODERNA”. LA REPLICA DI BONACCINI

Rispondendo alle critiche del prodiano di ferro Arturo Parisi – tra i fondatori del Pd assieme a Walter Veltroni – Franceschini smentisce sempre sul “CorSera” la presunta ambizione sua e di Letta di voler riformare il Pci con l’ex europarlamentare come leader: «notazione surreale. Schlein rappresenta la sinistra moderna, non c’è niente in lei del vecchio armamentario ideologico del 900». Punto su punto, il dirigente Dem smentisce le accuse che lo vedono appoggiare Elly Schlein per un’operazione “gattopardesca”: «mi pare che la tentazione prevalente sia ancora un passo più indietro: cambiare poco perché non cambi niente. Altro che gattopardismo, Schlein deve cambiare tutto: gruppi dirigenti, abitudini, rendite di posizione, respingendo compromessi al ribasso, anche se a proporglieli fosse uno di noi che la sosteniamo».



Anche in merito al rapporto presente e futuro con il M5s nell’area progressista, Franceschini mira ad una potenziale alleanza che possa anche essere rivalità in quanto Elly Schlein potrebbe essere su tutti i temi “di sinistra” alquanto competitiva con il nuovo M5s di Conte: «Noi abbiamo iniziato il rapporto con i 5 Stelle che loro erano ancora una forza populista che era stata alleata con la Lega sovranista. Il percorso che hanno fatto con il Conte due e con il sostegno a Draghi li ha portati a spostarsi politicamente nell’area della sinistra». In definitiva, oltre a tentare di “rottamare” Bonaccini e molti altri dirigenti Dem (lui compreso, sostiene), Franceschini boccia la vocazione maggioritaria con cui era nato il Pd di Veltroni e come è stato poi incarnato da Renzi: «La vocazione maggioritaria e l’obiettivo del bipartitismo spingevano il Pd a cercare di dare risposta e rappresentanza a tutto e a tutti. Si ricorda le critiche al “ma anche”?. Questa stagione è finita: un partito che ora sta sotto il 20 per cento non può continuare a comportarsi come quando invece puntava a vincere da solo e deve invece caratterizzassi su alcune battaglie e sul dare voce ad alcune emergenze sociali». Nelle stesse ore dell’intervista “bomba” di Franceschini ecco la replica a distanza di Bonaccini su “Libero Quotidiano”: «serve Pd a forte vocazione maggioritaria come perno di un nuovo centrosinistra in grado di battere la destra alle urne. Oggi il Pd ha perso il contatto con le persone e la realtà quotidiana».