«Se al referendum vincerà il sì sarebbe intelligente per maggioranza e opposizione prendere quel voto come una spinta a fare le riforme costituzionali»: così il Ministro della Cultura e del Turismo Dario Franceschini nell’intervista a La Stampa del 9 settembre ipotizza il prossimo futuro post voto del 20-21 settembre. Secondo il capodelegazione del Partito Democratico la “scommessa” è importante, anche se «so già che adesso riceverò molti no, ma credo ci saranno ripensamenti dopo il 21 settembre. Abbiamo sperimentato tutti, che il sistema non funziona come dovrebbe. Visto che il taglio dei parlamentari ha un gradimento trasversale, sia l’avvio di un periodo di riforme per mettere in condizione chi vincerà la prossima volta di misurarsi con un sistema che funziona». Al netto del patto con le opposizioni, le primissime reazione dal Centrodestra non si dicono grandemente entusiasti: «Di quale dialogo con l’opposizione straparlano il premier Conte e il ministro Franceschini? Da quando è in carica, questo governo ha saputo solo auspicare confronti mai avvenuti, aprire qualche tavolo virtuale e, di contro, ignorare con straordinaria costanza ogni nostra proposta. Il coinvolgimento dei partiti di opposizione è una balla spaziale che viene lanciata a cadenza regolare nell’orbita mediatica […] Questa è una dittatura ipocritamente soft, altro che dialogo!», attacca il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto. Dal Referendum alle Regionali, l’appuntamento del 20-21 settembre non farà comunque cadere il Governo secondo il Ministro del Mibact «andrà avanti fino a fine legislatura».



FRANCESCHINI “MES? ESSENZIALE PER LA RIPRESA”

In Italia ciclicamente le elezioni si tengono – amministrative, regionali, referendum – e per questo, certifica Franceschini, «Non è possibile che ogni turno elettorale mini la stabilità dei governi». Previsioni nette non ne fa, ma il Ministro Pd replica al leader della Lega Matteo Salvini «non faccio pronostici ma non andrà così: quello di Salvini è training autogeno. Del resto, quando fa previsioni in agosto non gli va bene in genere». Da sempre favorevole al dialogo con il Movimento 5 Stelle – ancora sotto la Segreteria Renzi – Dario Franceschini riflette sull’attualità dell’alleanza con i grillini: «ho visto nel Movimento un cambiamento profondo su temi importanti, è cresciuta in loro una cultura di governo. Nostro obiettivo deve essere costruire un campo di forze in grado di sconfiggere le destre: è un tema difficile ma ineludibile». Capitolo finale legato alle sfide anche “divisorie” che per il futuro del Governo potrebbero giungere nei prossimi mesi: «Mes? Io sono per deideologizzare il problema. Capiremo discutendone che spendere quei soldi è una scelta intelligente», spiega il capodelegazione Pd, con una battuta finale sul Premier Conte «ha dimostrato capacità fuori dal comune: non è semplice trovarsi di colpo alla guida del Paese in una situazione complicata senza aver mai fatto prima politica o esperienza amministrativa».

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