«Il Vaticano vuole Dario Franceschini nuovo premier per il Governo nella ricostruzione post-coronavirus»: le sirene “suonate” ieri da Italia Oggi vengono confermate anche oggi da Il Giornale, con una serie di retroscena (non solo da oggi, ben inteso) che portano più che una fibrillazione all’interno della maggioranza. Con il voto contrario di Italia Viva alle mozioni di sfiducia di Bonafede stamane al Senato, Conte tira un sospiro di sollievo nel breve periodo ma potrebbe non essere lo stesso tra qualche settimana: «Il timore che comincia a serpeggiare è che le misure prese dal governo non siano più sufficienti per garantire una vera ripresa del paese e che non si possa andare avanti soltanto a colpi di bonus, mancette e Dpcm», scriveva Italia Oggi nel suo retroscena sulla forte candidatura di Franceschini al timone del prossimo Governo “istituzionale”.
«Serve un’idea vera di paese, una visione d’insieme delle cose da fare. Un progetto per il rilancio» avrebbero detto le fonti del Vaticano, con un raggio di azione che parte da P.Chigi e arrivi fino agli altrettanto cattolici, democratici e Pd come David Sassoli e Paolo Gentiloni a Bruxelles: «blindare gli equilibri politici ed istituzionali in vista della ricostruzione del paese e della nomina del prossimo Capo dello Stato (al momento è molto probabile il bis di Mattarella)», conclude Italia Oggi. Da Franceschini alla seconda ipotesi mai tramontata di Mario Draghi, il Presidente del Consiglio è sempre più nella morsa della sua stessa maggioranza: il M5s che spinge per un cambio di passo e un rifiuto totale del Mes come aiuto dall’Ue, il Pd che invece vorrebbe sostituirlo con un proprio uomo, fino a Renzi che chiede rimpasto nelle prossime settimane. La “battaglia” nella fase 2 non è solo sanitaria ed economica, ma è anche politica.
“IL VATICANO VUOLE FRANCESCHINI PREMIER”
A voler essere assolutamente “proni” ai rumors si potrebbe vedere una doppia strategia tra le file del Partito Democratico nel pieno del periodo più complicato e “pericoloso” per il Premier Conte: il retroscena che vede Dario Franceschini sostituire il Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi nei prossimi mesi (fonte Italia Oggi) si potrebbe “unire” a quello invece decisamente meno “nascosto” di Beppe Sala che chiede al Governo un cambio di passo con relativo rimpasto ministeriale (intervista a Radio 24 del sindaco di Milano). Che sia un periodo “tosto” per il Governo non serve però Nostradamus per capirlo: le riaperture con i rischi di seconde ondate del coronavirus – specie per i ritardi su tracciamenti, test e tamponi – si aggiungono alle difficoltà di far pervenire gli aiuti economici annunciati nel Decreto Rilancio (ancora non pubblicato a 6 giorni dalla conferenza stampa di Conte). Inoltre si aggiunge il “nodo” Bonafede – domani voto di sfiducia al Senato – e infine il tema delicato degli aiuti Ue con Mes e Recovery Fund che vedono l’Italia non certo in posizione dirimente: ecco perciò che il retroscena – che vedrebbe il capodelegazione Pd in rampa di lancio a P. Chigi per prendere il posto di Conte nella fase di ricostruzione – viene a congiungersi perfettamente con le difficoltà dell’esecutivo giallorosso che fatica a trovare una quadra praticamente su ogni punto dell’agenda di Governo.
BEPPE SALA “CHIEDE” RIMPASTO DI GOVERNO
«Dopo tutti questi mesi dall’inizio dell’emergenza Coronavirus non stiamo vedendo quei risultati che ci saremmo aspettati», sarebbero le fonti del Vaticano riportate da Italia Oggi, «Serve un’idea vera di paese, una visione d’insieme delle cose da fare. Un progetto per il rilancio». Il buon rapporto finora tra Conte e Papa Francesco aveva “legittimato” la scelta di Mattarella di proseguire con il Governo in carica per “evitare” il ritorno di Salvini e del Centrodestra alla guida del Paese, ma dopo l’emergenza Covid-19 e le tante difficoltà su comunicazione, decreti e Dpcm, quella convinzione comincia a scricchiolare secondo il retroscena di Italia Oggi. Si fa sempre più concreta l’ipotesi dell‘arrivo di Franceschini a Palazzo Chigi: «si tratta di una figura super cattolica che gode dell’apprezzamento sia del Quirinale sia del Vaticano. Un profilo che potrebbe risultare fondamentale per solidificare gli equilibri politici e istituzionali in vista della ricostruzione».
Da ultimo, le parole del sindaco di Milano Beppe Sala – uomo forte nel Pd territoriale – dette stamattina sulla necessità di un “rimpasto” fanno intendere le forti criticità che anche lo stesso Partito Democratico nutre nei confronti del proprio Presidente del Consiglio: «il governo sta cercando di fare quello che può. E al momento l’azione è valida. Conte, per l’esperienza che ha dovuto maturare in frettissima, non si è mosso male», premette Beppe Sala prima però di attaccare netto «Mi sono permesso di dare un consiglio al presidente Conte, posto che a oggi non vedo grandi alternative a questo governo. Però deve rinforzare la sua struttura, il suo sistema. La collaborazione tra tecnici e politici funziona per un breve periodo, non è che la compagine ministeriale non possa essere rivista». Rimpasto? Non esattamente, dice Sala, però «le difficoltà saranno enormi. Mi chiedo se non avrà bisogno davvero di avere i migliori italiani al suo fianco».