Il salotto di Domenica In è spesso il luogo prescelto per grandi volti del mondo dello spettacolo, tra musica, cinema e piccolo schermo. Tra i punti cardine del settore spicca Francesco Arca, attore ormai consolidato e interprete di ruoli sempre carichi di lavoro introspettivo, intensi. La sua carriera nasce quasi come rivalsa, spinta da un dolore difficile da descrivere per l’entità, ovvero la scomparsa del suo amato papà. “La morte di mio padre, quando avevo 16 anni, ha cambiato la mia vita; ho visto subito il bicchiere mezzo pieno di quello che era accaduto”.
Sempre a proposito della morte prematura del suo papà, Francesco Arca ha spiegato come dal dolore sia riuscito a tirare fuori la voglia di non fermarsi, di catturare i suoi sogni senza mai dimenticare la voglia di conoscere ed esplorare per realizzarsi prima come persona e poi come professionista. “Per alcune sfumature della vita ero già diventato uomo e volevo sfruttare proprio questa cosa per conoscere e vedere, mi sono buttato e ho cominciato a fare il mio percorso. Mi sono iscritto all’università e nel frattempo viaggiavo, sono sempre stato un curioso”.
Francesco Arca e il rapporto speciale con il compianto papà: “Ecco cosa gli dicevo ogni volta che andava in missione…”
La scomparsa del papà ha ispirato Francesco Arca anche nella scrittura del libro ‘Basta che torni’, un’opera che racchiude dettagli toccanti riferiti al rapporto con il compianto genitore scomparso da giovanissimo. “Io con mio padre ero molto fisico, lo amavo pazzamente; gli dicevo proprio questa cosa, ‘Fai tutto quello che vuoi, vai in missione ma basta che torni’. Questa frase era un po’ il nostro amuleto. Era poi un periodo in cui i nostri militari erano sempre sotto stress ma era sempre tornato, poi invece se n’è andato quando non era più in missione, durante una fumosa battuta di caccia”. L’attore – sempre a Domenica in – ha poi aggiunto: “Attendo ancora il treno della verità su quello che è accaduto ma Il libro mi è servito a fare pace con questo tormento…”.