Lo scorso luglio i pm di Milano Cristian Barilli e Antonia Pavan avevano chiesto l’archiviazione per il secondo filone di indagini contro l’ex giudice di Stato Francesco Bellomo: noto per il caso “dress code”, Bellomo era stato arrestato sempre in luglio a Bari con l’accusa di maltrattamenti verso quattro donne ed estorsione ad una ex corsista della scuola di magistratura che lo stesso dirigeva. Ebbene oggi era attesa la decisione del gip di Milano Guido Salvini in merito alla richiesta di archiviazione e il magistrato si è di fatto riservato ancora del tempo per decidere visto che non sembra convinto della richiesta formulata dopo due anni di indagini tra Milano e Bari. Indagato per stalking e violenza privata nei confronti di quattro studentesse della sede milanese della scuola di preparazione alla magistratura ‘Diritto e scienza’, Bellomo oggi al gip Salvini ha fatto pervenire una memoria depositata dove dichiara «fatto mai nulla di male e queste studentesse dei miei corsi, poi, sono diventate tutte magistrati». Il provvedimento di arresto era stato poi revocato dal Tribunale del Riesame che aveva sia riqualificato le accuse sia messo in moto le possibili alternative di pena per l’ex giudice di Stato.



LA DIFESA DI FRANCESCO BELLOMO

Nella memoria scritta, Francesco Bellomo ha voluto raccontare fin dal principio la sua attività e il vissuto che lo ha portato fino alle accuse molto gravi di molestie, violenze, dress code imposto all’interno della scuola di magistratura e quant’altro. Per i pm però, come scrivono nell’ordinanza di archiviazione presentata al gip, «Sebbene molte delle richieste rivolte alle borsiste siano apparse inconferenti con quelli che sono i normali caratteri di un rapporto di collaborazione accademica e siano state sovente avanzate con insistenza attraverso telefonate in tarda serata e invio di e-mail non può ritenersi che le stesse valgano ad integrare una condotta abituale di molestia e minaccia». Secondo la difesa di Bellomo, formalizzata dall’avvocato Beniamo Migliucci ai colleghi giornalisti presenti fuori dalla discussione con il gip, «Noi condividiamo assolutamente in tutti i suoi punti la richiesta di archiviazione della Procura che non ha ravvisato reati. Le studentesse erano libere di accettare i contratti, qualcuna li accettava altre no, nessuna di queste ha mai ricevuto pregiudizi, l’unico cambiamento in positivo per loro è che sono diventate magistrati».

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