Francesco Bellomo è stato sentito dal pm Carlo Villani per le accuse al premier Giuseppe Conte. Il magistrato del Consiglio di Stato, ora sospeso, è infatti indagato per calunnia e attentato ad un corpo costituzionale. Si tratta di un filone di inchiesta parallelo alle indagini sullo stalking alle corsiste del Consiglio di Stato per cui è stato peraltro prosciolto. Il pubblico ministero titolare degli approfondimenti lo ha ascoltato perché, a suo tempo, Bellomo avrebbe accusato il presidente del Consiglio di usare «strumentalmente» il potere disciplinare che aveva in quanto membro del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, pertanto titolato a valutare i procedimenti disciplinari nei confronti di Bellomo.
Questi avrebbe intentato una causa civile contro lo stesso Giuseppe Conte, come pure ad un altro membro del Consiglio superiore di giustizia amministrativa per evitare di essere destituito. Assistito dall’avvocato Cataldo Intrieri, Bellomo ha spiegato le ragioni della sua denuncia, come riportato dal Corriere della Sera: «Sono vittima di una serie di pregiudizi nei miei confronti. Nessuna calunnia né minaccia, ho solo cercato di difendere i miei diritti».
FRANCESCO BELLOMO INTERROGATO A ROMA
Sarebbe durato oltre quattro ore l’interrogatorio di Francesco Bellomo, secondo quanto riportato oggi dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Il procedimento, aperto a Bari, è stato poi trasmesso dal gup a Roma nel settembre scorso per competenza territoriale. Il filone romano è legato al fatto che Bellomo, pur consapevole dell’innocenza di Giuseppe Conte (che era vicepresidente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa) e Concetta Plantamura (ex componente dello stesso Consiglio), entrambi membri dell’organismo chiamato nel 2017 a pronunciarsi sul magistrato quando fu sottoposto a procedimento disciplinare e poi destituito, li ha incolpati falsamente di aver esercitato «in modo strumentale e illegale il potere disciplinare» svolgendo «deliberatamente e sistematicamente una attività di oppressione» nei suoi confronti «mossa da un palese intento persecutorio». Per questo è stato sentito oggi in Procura, nella Capitale. L’atto istruttorio è stato sollecitato dallo stesso indagato.