STA PER CADERE ANCHE L’ULTIMA ACCUSA SU FRANCESCO BELLOMO

Dopo il proscioglimento da ogni accusa di stalking alle allieve del suo corso di preparazione all’esame da magistrati, Francesco Bellomo vede la luce in fondo al tunnel giudiziario: il pubblico ministero di Torino Paola Stupino ha infatti chiesto l’archiviazione nei giorni scorsi poiché «non si ravvede alcuna fattispecie di reato per la quale si debba procedere», riportano gli atti pubblicati oggi da “La Stampa”.



Non solo viene così accolta la raccolta di memorie difensive prodotte dall’avvocato dell’ex giudice del Consiglio di Stato (destituito dal Tar nell’aprile 2022 – pende però ancora la pronuncia del Consiglio di Stato – per “condotte incompatibili”) ma decadrebbe l’ultima vera grande accusa rimasta in conto a Bellomo. Nel caso divenuto famoso a livello mediatico negli anni scorsi per il presunto “dress code” imposto alle allieve del suo corso, Bellomo è stato prima prosciolto dalle accuse di stalking e molestie e ora vi è la richiesta di archiviazione per le ultime accuse rimaste, ovvero tentata violenza e minacce.



CASO BELLOMO, LA DIFESA DI FELTRI: “INFAMATO INGIUSTAMENTE”

Se dovesse essere accolta la richiesta della pubblica accusa su Francesco Bellomo si evincerebbe che per la giustizia italiana non vi fu alcuna violenza privata e nemmeno minaccia all’interno del corso per l’esame di magistratura: le altre accuse – stalking e violenza privata su tre allieve – sono cadute negli scorsi mesi a Piacenza, Brescia e Bergamo. Restava la procura di Torino dove gli atti erano confluiti – da Massa – in quanto la potenziale persona offesa, un sostituto procuratore negli uffici giudiziari della Toscana che non aveva presentato querela formale – era emigrata da due anni nell’ufficio torinese.



Direttore della scuola di formazione giuridica avanzata “Diritto e Scienza“, Francesco Bellomo nel 2017 è stato denunciato da diverse studentesse che lo accusavano di imporre un dress code “provocante” in cambio di borse di studio. Nel 2018 venne poi espulso dalla magistratura con una votazione quasi unanime del Csm: nel suo editoriale su “Libero Quotidiano” il direttore e fondatore Vittorio Feltri ha difeso la figura di Francesco Bellomo non appena emersa la richiesta di archiviazione dell’accusa. «Definito “porco” in diretta televisiva, attaccato da giornalisti e opinionisti che lo hanno considerato fin dal principio reo oltre ogni ragionevole dubbio dei reati contestatigli, bersaglio di ogni genere di insulto, infamato in maniera crudele, deriso, beffeggiato, disonorato, argomento di cronaca giudiziaria quotidiano per mesi e mesi, addirittura anni, e sempre con toni assolutamente colpevolistici e spietati», scrive il giornalista e consigliere regionale FdI in Lombardia, «il brillante magistrato è stato definitivamente prosciolto (in realtà è stata richiesta l’archiviazione, ndr) da ogni accusa, senza mai essere neppure rinviato a giudizio. Ed è stato assolto non da un tribunale, bensì da sei procure distribuite da Nord a Sud».