Anche a Milano è stata aperta una inchiesta a carico dell’ex giudice nonché ex consigliere di Stato Francesco Bellomo, che dallo scorso 9 luglio è stato posto ai domiciliari a Bari con l’accusa di maltrattamenti verso quattro donne ed estorsione ad una ex corsista della scuola di magistratura che lo stesso dirigeva. Come riferisce l’agenzia di stampa Ansa, però, la procura milanese ha chiesto che venga archiviata l’inchiesta. Ciò sarà oggetto di discussione il prossimo 16 settembre davanti al gip Guido Salvini. Le indagini a carico di Bellomo erano partite nel 2017 dopo le prime notizie diffuse dai media in merito al presunto dress-code che l’ex giudice avrebbe imposto alle studentesse della scuola di magistratura. Le corsiste della sede milanese sono state così ascoltate. Stando a quanto stabilito dai magistrati, Bellomo avrebbe avanzato richieste poco pertinenti con lo studio, tra cui telefonate a tarda ora e mail, eppure, hanno spiegato i pm “non può ritenersi che le stesse valgano ad integrare una condotta abituale di molestia e minaccia”.



FRANCESCO BELLOMO, INCHIESTA ANCHE A MILANO

Il fascicolo dell’inchiesta a Milano a carico di Francesco Bellomo, come spiega Open, era stato aperto subito dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Bari. Anche nel capoluogo lombardo, dunque, sono finiti al centro dell’attenzione della procura i discutibili codici di comportamento che l’ex giudice avrebbe imposto alle allieve dei corsi preparatori alla magistratura da lui stesso diretti. Ora però i pm milanesi Cristian Barilli e Antonia Pavan hanno chiesto l’archiviazione. L’inchiesta milanese, di cui solo oggi si è saputo dell’esistenza, era nata nel dicembre del 2017. Dopo le prime notizie trapelate sul famigerato dess-code, i pm chiesero di poter ascoltare come persone informate sui fammi molte delle studentesse della sede milanese. Una di loro riferì che dalla fine del 2013, durante le pause Bellomo divenne “insistente circa l’abbigliamento da osservare” e dato che la giovane “non aveva rispettato il dress code con riferimento alla lunghezza della gonna e all’altezza dei tacchi” non fu “riconfermata come borsista per l’anno successivo”. La stessa fu anche invitata a prender parte ad un aperitivo a Milano per discutere della situazione e in quella occasione Bellomo le si è avvicinò dandole un bacio sulla guancia. Quando la studentessa si tirò indietro Bellomo le ha comunicò l’esclusione dal corso. Tuttavia, i pm hanno ritenuto che dall’indagine non sono emersi “atti idonei ad integrare una condotta di sopraffazione, né un’abitualità di comportamenti volti ad incidere negativamente sulla serenità e l’integrità psicofisica delle allieve”.

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