Le elezioni anticipate non sono una minaccia, ma le porte del Governo per i renziani “pentiti” sono sempre aperte: così Francesco Boccia a Otto e mezzo. Il ministro per gli Affari Regionali ha fatto il punto della situazione sulla crisi ed ha analizzato così il “dossier” Renzi: «É Renzi che ha chiuso e noi riteniamo che questo discorso sia chiuso. Il Paese in queste condizioni, in emergenza sanitaria e che ogni giorno vive un lutto nazionale, non merita nessun gioco politico e nessun gioco prendendo in ostaggio questi problemi. Eravamo disponibili, Zingaretti ha cercato una mediazione sempre e comunque, e non ci aspettavamo le dimissioni delle ministre».
Non poteva mancare un giudizio sui responsabili: «Vorrei ricordare che chi siede in Parlamento con il gruppo di Iv sono stati eletti nel Pd e rappresentano ancora la comunità che li ha eletti, mi auguro che possano valutare fino in fondo il valore di una scelta. Io mi appello a tutti coloro che hanno grande senso di responsabilità».
FRANCESCO BOCCIA: “ELEZIONI NON SONO UNA MINACCIA”
Francesco Boccia si è poi soffermato sull’atteso appuntamento di martedì: «Noi andiamo in Parlamento con la coscienza a posto e il premier presenterà il programma politico di una coalizione ampia, europeista e convinta di poter continuare a servire il Paese».
In caso di clamorosa debacle in Parlamento, la strada è tracciata per Francesco Boccia: «Per noi resta solo il voto anticipato, è inevitabile. Non è una minaccia quella del voto. Chiunque dice “comunque non si andrà a votare”, lo dice perché sa che è disposto a fare un Governo con chiunque. Il Pd un Governo con la Destra anti-europeista e sovranista non lo farà mai, anche se si camuffa in un Governo di unità nazionale. Io penso che sia naturale anche per un liberale di FI votare per un programma del nostro tipo».