Francesco Boccia e Nunzia De Girolamo sono una coppia atipica: lui di sinistra, esponente di spicco del Partito Democratico, recentemente ministro per gli affari regionali, lei di Forza Italia, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del governo Letta. Oggi non fa alcun effetto pensarli assieme, ma nei primi anni duemila, quando Berlusconi era una figura più che centrale della politica italiana, e quando di fatto aveva spaccato in due l’Italia fra chi lo amava e chi meno, la situazione era ben diversa. Al Corriere della Sera è stato lo stesso Francesco Boccia a ricordare quegli anni: «Ieri sera ho conosciuto questo Francesco Boccia del Pd – Berlusconi a Denis Verdini – si occupa di economia, è brillante, bravissimo. Dobbiamo assolutamente portarlo nel centrodestra».



La sera prima della telefonata, Boccia aveva fatto visita a Palazzo Grazioli con Nunzia De Girolamo per un aperitivo a margine della presentazione del nuovo libro di Vespa, e i due volevano appunto avvisare Berlusconi della loro relazione, prima che la notizia apparisse sui giornali. «La situazione, che oggi fa sorridere, era serissima – racconta Francesco Boccia – lo scontro tra il centrosinistra e Berlusconi era a livelli altissimi nel 2009. Ero andato a vivere da Nunzia, quando uno dei due riceveva una telefonata di lavoro andava a parlare in un’altra stanza. La politica doveva rimanere fuori dal rapporto, altrimenti sarebbe finita male e subito. Decidiamo però di dirlo a Berlusconi».



FRANCESCO BOCCIA: “NUNZIA DE GIROLAMO? LA CONOBBI A NAPOLI…”

Arrivò quindi il famoso aperitivo dopo la presentazione del Bruno di Vespa: «Vado con Nunzia a Palazzo Grazioli. Mi presenta Berlusconi e finiamo a parlare di politica. Lui mi chiede perché lo attacchiamo così tanto e io parlo dieci minuti contestandogli punto per punto la sua politica economica. Nunzia era pallida in volto, temeva mi cacciasse di casa. E invece che cosa fa? Mi ascolta senza interrompermi e poi mi dice “be’, quanto la capisco…”. Praticamente (sorride, ndr ) dava la colpa di quei provvedimenti a Giulio Tremonti». I due non erano però riusciti a confessare: «Usciamo da quella serata che il motivo della visita non è venuto fuori. E Berlusconi, il giorno dopo, chiama Verdini per dirgli di portarmi nel centrodestra. Verdini, che sapeva tutto, telefona a Nunzia: “Oh, glielo dovete dire”. Quando lo seppe, Berlusconi la prese con un sorriso: “Va bene, basta che ti tratti come una regina”». I due si incontrarono per la prima volta all’università Federico II di Napoli: «La platea del convegno era quasi tutta di centrosinistra. Nunzia fa un discorso dei suoi, tosto, senza freni. Immaginando la reazione del pubblico, eravamo seduti accanto, le sussurro: “Bell’intervento, non ti preoccupare, ti difendo io”. Lei risponde una cosa tipo “mi difendo da sola”. La sera mi manda una e-mail: “Dovremmo presentare una proposta di legge insieme”. Risposta mia: “Aspettavo la tua email”. Per due mesi avremmo parlato solo così, via e-mail. Nessuno chiedeva il numero di telefono all’altro fino a quando…». Poi Boccia si fece avanti e la loro storia, inizialmente clandestina, prese il via: «Le dico “ti invito a pranzo perché il pranzo dura meno della cena ed è meno compromettente”. Iniziamo a frequentarci clandestinamente. Primo viaggio insieme in Libano. Con una macchina noleggiata ci spingiamo fino al confine presidiato dagli Hezbollah. Laggiù non ci conosceva nessuno».

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