CICCIO GRAZIANI E LE ACCUSE DI POSSIBILI “COMBINE” DELL’ITALIA CON IL CAMERUN

Francesco “Ciccio” Graziani sarà uno dei titolari passati in rassegna in “Il Viaggio degli Eroi“, il docufilm che la Rai trasmetterà per ricordare l’anniversario dei 40 anni della vittoria dell’Italia nel Mondiale di Spagna ’82. Graziani ha recitato un ruolo fondamentale nella corsa al titolo, avendo costruito con sacrificio i risultati ottenuti dall’Italia nella parte più difficile della rassegna, quella del primo turno in cui proprio un gol di Graziani garantì il passaggio del turno nel controverso 1-1 contro il Camerun.



L’Italia riuscì a prendersi la qualificazione al secondo turno, seppur nel girone di ferro con Argentina e Brasile, proprio grazie al gol di Graziani in una partita che finì anche sotto la lente d’ingrandimento del giornalista Oliviero Beha, che parlò di una possibile “combine” con gli africani che si ritrovarono fuori dal Mondiale solo per la peggior differenza reti rispetto agli azzurri. Accuse sempre ricacciate indietro con sdegno dagli azzurri, che hanno poi stupito il mondo battendo le due grandi sudamericane e prendendosi il Mondiale.



CICCIO GRAZIANI, BOMBER DI RAZZA

Ciccio Graziani è stato nel Mondiale del 1982 l’uomo giusto al posto giusto, ma anche un giocatore di grandi qualità umane che ha saputo fare gruppo nei momenti più difficili, quando la Nazionale era dilaniata dalle polemiche giornalistiche. Un elemento importante con l’unica amarezza dell’infortunio patito in finale, quando Graziani non ha potuto vivere fino in fondo la notte magica del Bernabeu, lasciando spazio a Spillo Altobelli che andò anche a segno, realizzando la rete del definitivo 3-1.

Proprio per ricordare il trionfo di quarant’anni fa, Graziani ha recentemente rilasciato all’agenzia Ansa un suo ricordo dell’epoca: “Noi, in Spagna, non ci eravamo mai resi conto di quanto entusiasmo ci fosse attorno alla squadra, non avevamo percezione neanche dei caroselli delle partite precedenti. Certo, ce li avevano raccontati, ma come fai a immaginarli? Fu sconvolgente. Non c’era un pezzo d’asfalto libero, da Ciampino al Quirinale un fiume ininterrotto di persone, non potevamo andare oltre i 30 all’ora. Ci accompagnarono, a volte sembrava portassero loro il mezzo, che neanche servisse tenerlo in moto.