Chi è Francesco Cossiga e la sua carriera politica: i momenti principali

Nato a Sassari, Francesco Cossiga è stato uno dei grandi protagonisti della politica italiano. Laureato in Giurisprudenza, il politico sardo ha iniziato a muovere i primi passi nella Democrazia Cristiana nel 1945 e ha iniziato a fare parte del Parlamento italiano nel 1958, con rielezioni nel  1963, 1968, 1972, 1976 e 1979. E’ stato eletto Senatore della Repubblica nel 1983.



Tanti, anzi tantissimi gli incarichi svolti. Da sottosegretario alla Difesa a Ministro senza portafoglio nel IV Governo Moro, fino al ministero dell’Interno nel 1976 e nel 1978. Un incarico ricoperto fino all’uccisione di Aldo Moro del 9 maggio 1978, seguita dalle sue dimissioni. La carriera politica di Francesco Cossiga è poi proseguita in qualità di primo ministro dal 4 agosto 1979 al 3 aprile 1980 e dal 4 aprile 1980 al 17 ottobre 1980. È stato eletto Presidente del Senato della Repubblica il 12 luglio 1983. Successivamente, il 24 giugno 1985, è stato nominato  Presidente della Repubblica al primo scrutinio con 752 voti su 977. Cossiga ha poi rassegnato le dimissioni il 28 aprile 1992. La morte risale al 17 agosto 2010, all’età di 82 anni.



Francesco Cossiga e il caso Aldo Moro:”Se ho i capelli bianchi e le macchie sulla pelle è per questo”

.Titolare del Viminale negli anni di piombo, Francesco Cossiga ha dovuto fare i conti con il caso Aldo Moro, rapito dalle Brigate Rosse nel marzo del 1968. Da ministro dell’interno creò due comitati di crisi, uno ufficiale e uno ristretto. Il governo non aprì mai alcuna trattativa ufficiale con i sequestratori. Moro scrisse due lettere a Cossiga, la prima del 29 marzo fu recapitata, mentre la seconda del 5 aprile no.

Il politico diede le dimissioni da ministro dell’Interno l’11 maggio 1978, in seguito al ritrovamento del cadavere del presidente della Democrazia Cristiana in via Caetani. «Se ho i capelli bianchi e le macchie sulla pelle è per questo. Perché mentre lasciavamo uccidere Moro, me ne rendevo conto. Perché la nostra sofferenza era in sintonia con quella di Moro», raccontò ai microfoni di Paolo Guzzanti. Un crollo personale, che portò numerosi problemi di salute cronici: dal disturbo bipolare alla sindrome da fatica cronica.