Dai ricordi d’infanzia ai retroscena politici: Anna Maria Cossiga regala un ritratto inedito del padre Francesco, ottavo Presidente della Repubblica Italiana. Ne parla al Corriere della Sera, spiegando che era un papà «molto severo, un po’ rigido, molto serio». Ad esempio, prima di andare al cinema controllava quale fosse il giudizio di Famiglia Cristiana sul film da andare a vedere. Così proibì ai suoi figli la visione di American Graffiti perché era stato definito disdicevole e ambiguo, ma ci andarono lo stesso. Anna Maria Cossiga, saggista e docente di antropologia culturale e geopolitica, ad Aldo Cazzullo parla anche del rapporto tra il padre e Berlinguer.
«Una frequentazione tra politici, non tra parenti. Berlinguer non ce l’ha mai presentato, con mio grande dispiacere. Forse pensava fosse pericoloso… Perché, dopo il partito sardo d’azione e il partito repubblicano, votavo comunista. Babbo mi chiamava la bolscevica, la miscredente». Erano diversi anche sulla fede: lei non ne ha, «lui tantissima. Credeva fortemente in Dio, anche se non gli piaceva che il Vaticano si impicciasse con lo Stato». Credeva anche nell’esistenza dell’aldilà: «Ne era certissimo». Il suo mentore era stato Giovanni Battista Montini, ma la figlia di Francesco Cossiga rivela che il padre «aveva legato molto con Ratzinger, prima ancora che diventasse Papa».
“CON MIO PADRE DISCUSSIONI POLITICHE ACCESE…”
La figlia di Francesco Cossiga non ha mai votato Dc: «No, sono sempre stata di sinistra, senza rimorsi; anche perché la prima volta votai solo per la Camera e babbo stava in Senato. Avevamo discussioni molto accese, molto libere». Ma sempre con rispetto reciproco. Nell’intervista al Corriere della Sera racconta che il fratello poteva andare in discoteca, invece lei no. «Figlia mia, una brava ragazza in discoteca non ci va», le diceva. Ed era geloso dei suoi fidanzati. Tornando alla politica, Anna Maria Cossiga racconta che il rapporto con Andreotti era «un po’ freddo», ma il padre la mandò proprio da lui quando si stava laureando, con una tesi sugli ebrei romani, perché gli avrebbe indicato fonti e testimoni. «Andreotti fu gentilissimo. Ogni tanto andavo a prendere il caffè con lui al Senato. Quando poi finì sotto processo, babbo lo difese a viso aperto. Era certo che le accuse fossero del tutto infondate».
A casa Cossiga, però, non si parlava solo di politica, ma anche di teologia e storia, oltre che del conflitto israelo-palestinese. «Babbo era sionista. Con Israele sino alla morte. Anch’io ero abbastanza filoisraeliana. Mio fratello invece era filopalestinese». Invece, considerava il fascismo «il male assoluto». La figlia di Francesco Cossiga smentisce poi che il padre fosse massone, lo era suo nonno, lui no perché «troppo cattolico». Moro, invece, era considerato «il maestro di politica», infatti provava «grande ammirazione e grande affetto». Riguardo il rapimento, ricorda che il padre «era umanamente disperato. Si decise di anteporre lo Stato. Lui era d’accordo, ma fu un colpo terribile». In quei giorni Cossiga non era mai a casa e ne parlava poco con la famiglia. «Quando giunse la notizia dell’assassinio ne soffrì enormemente. Ogni tanto ripeteva: “L’ho ucciso io”. E non nel sonno, com’è stato scritto. Da sveglio».
LE VOCI SU FEDERICA SCIARELLI E LA DEPRESSIONE
La passione politica «possedeva» Francesco Cossiga, ma tra le sue passioni c’era pure lo spionaggio. La figlia Anna Maria lo sa bene, visto che ad esempio quando il padre era al Quirinale e lei studiava in America, notò di essere tenuta d’occhio da alcune persone. «Erano palesemente uomini dei servizi segreti. Anni dopo ho scoperto che papà l’aveva battezzata “operazione Biancaneve”. La fanciulla tornava a casa». Della separazione dei genitori preferisce non parlare al Corriere della Sera, limitandosi a dire che la madre «non voleva diventare una persona pubblica». Ma esclude che il padre abbia avuto altre donne, anche se si parlò di una infatuazione platonica per Federica Sciarelli, all’epoca giornalista di punta del Tg3: «Gliel’abbiamo chiesto pure noi figli! Ha negato nel modo più assoluto!». Era affascinato politicamente da Margareth Thatcher: «Con lei era galante, le mandava fiori, si scrivevano. Rimasero in contatto anche quando lei lasciò il governo».
Anna Maria Cossiga rivela anche di essere intervenuta spesso per ammorbidire gli interventi del padre al Quirinale. «Ogni tanto penso a cosa avrebbe combinato se avesse avuto i social…». Ci fu una richiesta di impeachment contro il padre, perché dopo la caduta del Muro di Berlino «propose una grande riforma, che aprisse la via dell’alternanza», ma «i comunisti non capirono». E lui si dimise dopo quella richiesta. Anna Maria Cossiga racconta che rimase malissimo quando Scalfari, che era stato suo amico, scrisse che prendeva il litio. «Lo faceva passare per matto». Invece, era in cura per la depressione. «Era bipolare. Lui stesso parlava dell’omino bianco — gioioso, allegro — e dell’omino nero, che vedeva tutto negativo. È una delle tante cose che ha passato anche a me, anche se in forma più leggera. Ma mi ha insegnato anche a non vergognarmi di avere un disagio psicologico».
L’AMORE PER MASSIMO D’ALEMA, I BRIGATISTI A CASA…
Dopo il Quirinale, Francesco Cossiga tornò protagonista con un nuovo partito e portando Massimo D’Alema al governo. La figlia Anna Maria ricorda che il padre «si era innamorato» di D’Alema e che riteneva «il suo capolavoro politico aver portato il primo ex comunista a Palazzo Chigi e avergli fatto combattere una guerra della Nato». Quando Berlusconi disse che i comunisti mangiano i bambini, fece un regalo: «Babbo mandò a D’Alema un bambino di marzapane». Ma Berlusconi era «irresistibilmente simpatico» per Francesco Cossiga, anche se non c’era sintonia politica. Invece, il figlio andò in Parlamento con Forza Italia. Su Bettino Craxi rivela: «Quand’era potente non avevano un gran rapporto. Ma quando finì ad Hammamet babbo andò a trovarlo, e lo difese sempre».
Incontrava tante persone, ad esempio la figlia ricorda di aver trovato in salotto Francesca Mambro e Giusva Fioravanti restando basita. «Ma lui mi disse: “Figlia mia, per la strage di Bologna sono innocenti”. Un’altra volta trovai Adriana Faranda, la brigatista. Quella volta spiegò: “Figlia mia, lo Stato deve fare pace con i terroristi sconfitti”». Poi arrivò la malattia e l’ultimo anno fu molto difficile. «Era come se non avesse più voglia di vivere». Ad un certo punto sembrava potesse riprendersi, ma se ne andò dopo una perforazione all’intestino. Ma in realtà Anna Maria Cossiga sente che non se ne sia mai andato: «Babbo è sempre con me».