C’è anche Francesco De Gregori, tra gli ospiti della seconda puntata de La musica che gira intorno, il nuovo programma condotto da Fiorella Mannoia in onda oggi in prima serata su Rai1. Per Francesco – come per gli altri cantautori che hanno accettato l’invito – la televisione rappresenta l’unico palco su cui è possibile esibirsi ultimamente (o comunque uno dei pochi). Un bel guaio, per quelli come lui, abituati a un certo tipo di performance in cui il pubblico è ampiamente coinvolto. È anche più difficile, per De Gregori, entrare nella parte dell’artista musicalmente impegnato, di quelli col leggio davanti e la voce tremula che lascia trasparire un grande trasporto interiore, personale e sentito, prima ancora che pubblico e condiviso. Non a caso il musicista è detto ‘interprete’ al pari dell’attore; lo stesso De Gregori conferma che si tratta perlopiù di calarsi in una parte: “Quando sono per strada, possiedo una normalità assoluta”, si legge in una sua intervista del 2019 pubblicata sul numero 10 di Vinyl, “ma quando salgo sul palco mi trasformo, perché faccio spettacolo”.
Francesco De Gregori e l’esordio con Giovanna Marini
L’ultima sfida di Francesco De Gregori consiste nello scrivere canzoni senza avere davanti qualcuno in cui rispecchiarsi. Per forza di cose, la connessione col pubblico si è interrotta, ma questa, per certi versi, rappresenta anche un’occasione per tornare un po’ alle origini. La prima persona che rifletté (sul) suo talento fu Giovanna Marini, storica cantautrice non troppo nota che abbiamo rivisto di recente a The Voice Senior. Fu proprio quest’ultima a credere in lui: “Forse Giovanna aveva intravisto in quel che ero allora”, spiega oggi De Gregori, “un ventenne che frequentava il Folkstudio, la necessità di essere innocente nei confronti della musica. Forse mi vedeva predisposto a una certa purezza nei confronti dell’arte, del mestiere”.
Francesco De Gregori: “Posso dire di essere autonomo”
In fondo, per Francesco De Gregori, fare musica vuol dire soddisfare un bisogno, per sé e per tutti: “Ogni artista onesto pensa che quello che fa riguardi gli altri. Non lo fa mai solo per se stesso. L’artista immagina un pubblico. Non lo segue, non lo compiace, ma è convinto che quel che fa vada visto, ascoltato, letto. Ha bisogno di esprimersi sapendo che davanti a lui ci sono persone pronte ad ascoltarlo. Il fenomeno di massa dei cantautori nacque dal desiderio dei nostri coetanei di un certo tipo di emozione. Noi sapevamo che queste canzoni avevano bisogno di essere scritte. Questa consapevolezza ci ha tenuti in buona forma artistica”. Altro aspetto che caratterizza il genere di De Gregori, oltre all’urgenza, anche la sua indipendenza dal mercato e qualcuno sostiene anche dalla politica: “È autoincensatorio, ma se c’è una cosa che posso rivendicare è l’autonomia”.