Francesco De Lorenzo, presidente della European cancer patient coalition (Ecpc), e già presidente della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo), è stato intervistato stamane da Mattino Cinque News in occasione della Giornata del malato oncologico. Parlando in diretta su Canale 5 ha spiegato: “In questi ultimi 20 anni la FAVO ha contribuito al cambiamento della vita dei malati di cancro ma anche alle nuove modalità di guardare i malati di cancro, una maggiore attenzione verso la loro vita. Con diagnosi precoci e trattamenti innovativi negli ultimi anni si guarisce sempre di più – ha proseguito De Lorenzo – oggi vogliamo far capire agli italiani che di cancro si guarisce, ovviamente in maniera diversa a seconda della malattia”.
Quindi ha proseguito: “Esistono 200 tipi di cancro e nel tempo aumentano. Ma ad esempio per i tumori ai testicoli il 95% guarisce, lo stesso per quello alla tiroide. Dopo 8 anni dalla malattia un malato di cancro viene considerato guarito, oggi non dobbiamo più parlare di male incurabile, non esiste più questo stigma. Esistono ancora molti problemi per i malati di cancro ma dobbiamo guardare al tumore come una malattia come le altre, e quindi non più barriere per l’accesso ai mutui ecc ecc, sono persone come tutti gli altri italiani”.
FRANCESCO DI LORENZO: “CI SONO NUOVI FARMACI…”
Poi Francesco De Lorenzo ha parlato dei nuovi farmaci che riescono a contrastare efficacemente il tumore: “Oggi si ha la possibilità di usare farmaci che colpiscono le cellule neoplastiche e farmaci che possono far guarire le persone anche nella fase più avanzata modificando le cellule dello stesso malato, c’è stata una rivoluzione genomica. Anche la diagnosi precoci e i farmaci innovativi aiuta, la chirurgia è sempre più innovativa”.
Quindi ha aggiunto e concluso: “Non dobbiamo danneggiare le persone guarite, che sono bloccate nell’avanzamento della carriera: il messaggio è, attenzione, anche le persone guarite devono essere consapevoli dei propri diritti e il governo deve assicurare a queste persone la riabilitazioni, che non vengano marginalizzate”.