Francesco Facchinetti è stato il protagonista dell’ultima puntata di “Permesso Maisano”, la trasmissione di TV8 condotta dal giornalista Marco Maisano. In occasione della sua nuova intervista a domicilio, il padrone di casa della trasmissione in seconda serata si è recato nella villa di Facchinetti, “inizialmente costruita per abitare da solo e far festa, poi la Divina Provvidenza l’ha trasformata nella casa della mia famiglia”. Dopo un giro per la casa con tanto di spiegazione dei vari oggetti presenti, Francesco ha snocciolato alcuni suoi lati inediti, come ad esempio la passione per John Lennon del quale ha una grande stampa appesa al muro: “Questa foto mi è stata regalata da mia moglie”, ha svelato. Si tratta dello stesso fotografo che ha immortalato anche Marilyn Monroe poco prima della sua morte. Tappa anche in cucina, dove Facchinetti ha svelato di essere ‘plantano’: “Essere vegani è una filosofia di vita che comprende non solo il cibo, quindi io mi sono inventato questo termine che non esisteva. La mia dieta è quasi totalmente a base di piante, l’unica cosa che mangio è il parmigiano reggiano perché il formaggio vegano fa schifo”.



Facchinetti ha spiegato i motivi per i quali ha deciso di intraprendere questo suo percorso, dopo la visione di alcuni documentari che lo avrebbero particolarmente toccato: “Non l’ho fatto per una questione etica ma fisica: avevo delle problematiche nei miei esami”, ha aggiunto. Adesso fisicamente sta decisamente meglio. La moglie, a differenza sua, è invece vegetariana.



FRANCESCO FACCHINETTI, GLI INSEGNAMENTI DI DON GIUSSANI

Approdati nel suo ufficio Francesco Facchinetti ha svelato di essere molto incuriosito dalle teorie complottiste e dalle varie dietrologie: “Noi discendiamo dai nordici per questo assomigliamo agli angeli, dopo di che arrivano i rettiliani che hanno conquistato la Terra interrompendo la comunicazione tra noi normali e i nordici e quindi siamo in questo limbo”, ha spiegato. “Io ho costruito una comune tipo hippy”, ha svelato nel corso del suo racconto. Come mai si è ritrovato ad avere una sala piena di videogiochi? “Mia mamma durante la mia adolescenza, tutto ciò che era la globalizzazione, lei faceva l’opposto, quindi nel mio ‘io’ è nato una sorta di riscatto sociale e ho iniziato ad accumulare. Sono diventato un accumulatore seriale”, ha spiegato. Adesso invece la madre “mi compatisce ormai”. Nella casa in cui ora vive con la sua famiglia, Francesco ci ha vissuto per due anni da single durante i quali si è divertito come un matto: “Era la casa di tutti”. Facendosi più serio, Facchinetti ha parlato del rapporto con i suoi genitori. A lui non ha mai dato fastidio essere un figlio d’arte, “questa è stata la mia fortuna”, ha ammesso. “A scuola mi hanno promosso perché ero figlio di Roby Facchinetti, ero una pippaccia al sugo ma ero simpatico ed ero il figlio di Facchinetti”, ha svelato. La madre invece “mi ha insegnato a vivere”.



“Ho fatto le scuole di Comunione e Liberazione, sono stato dentro Gioventù Studentesca”, ha svelato, “mia madre è super religiosa e quindi mi sono ritrovato in un humus di ragazzi tutti punk. Andavo a vedere i concerti punk e andavo in chiesa ma ero un Ciellino. Tra gli insegnamenti di Don Giussani? Essere qua per un motivo. Questo grande rispetto di me stesso e l’egocentrismo nel Dna mi ha portato a rispettarmi e ad arrivare fino a un millimetro dal baratro. Io dormivo al laboratorio anarchico al Milano, i miei amici si bucavano ma io non lo facevo”.

L’ESPERIENZA A X FACTOR

Francesco Facchinetti non ha negato di essersi fatto qualche canna nel corso della sua vita ma questo, ha commentato, contribuiva ad amplificare la sua debolezza. Facchinetti ha ammesso di essere sia dislessico che disgrafico ed in merito ha svelato un aspetto inedito di sé e della sua carriera: “Ho imparato a leggere ad alta voce ad X Factor. Quando mi hanno chiamato a condurre non potevo dire che ero dislessico e per questo per due anni imparavo ogni puntata tutta a memoria”. Il suo non riuscire a comunicare lo portava spesso a menare: “Finché un giorno ne ho prese talmente tante che ho detto basta”. Il suo vero successo come artista arriva nel 2003 con la famosa Canzone del Capitano, che divenne il singolo più venduto nel ventunesimo secolo. Come è nata? “Questa canzone è la vittoria del fallimento. Io ho fatto 10 anni con il tampone oculare e ho passato tanti anni così. Mi è sempre stato sul cazz* Peter Pan perchè ha tutti gli amici del mondo, vola, ha un’isola per sè, tutte le ragazze gli vanno dietro e si veste come un cretino”, ha raccontato. La canzone, dunque, nasce dall’esigenza di trovare una virtù nel fallimento e far vincere Capitan Uncino per una volta. La canzone però in fondo gli piace ancora.