Nel corso della lunga intervista rilasciata a Oggi è un altro giorno, Francesco Facchinetti ha parlato del suo rapporto con la fede, rafforzato dall’incontro con Fratel Ettore: “Io sono molto credente. L’ho conosciuto all’età di 11 anni. Era un uomo alto quasi due metri. Ho avuto la fortuna di stare a stretto contatto con un santo, non mi vergogno di dirlo. Lo diventerà. Ho imparato cosa vuol dire la fede, che ha strade diverse e particolari. La puoi riconoscere nelle piccole e nelle grandi cose. Ho imparato cos’è la Divina Provvidenza e quanto sia importante donarsi agli altri”.



La madre di Francesco Facchinetti dirigeva una comunità di Fratel Ettore e l’artista ha evidenziato: “La comunità raccoglieva gli ultimi. All’epoca, all’inizio degli anni Novanta, l’Aids imperversava per le strade. Andavamo nei sotterranei della Stazione Centrale di Milano e c’era un rigolo di sangue che divideva i sotterranei. Da una parte c’erano morti e malati. Lui dava una dignità a tutte queste persone. Anche in situazioni come queste, la Divina Provvidenza ci dava la forza per poter tornare a casa ogni giorno”. (Aggiornamento di MB)



FRANCESCO FACCHINETTI: “SONO MOLTO CURIOSO”

“Mi piace riempire il mio spazio di cose. Sono molto curioso. Riempio la mia giornata di cose da fare, per questo sono sempre di corsa”:  così Francesco Facchinetti a Oggi è un altro giorno. Il figlio d’arte si è raccontato a tutto tondo e ha esordito soffermandosi sulla sua adolescenza e sull’incontro con Jovanotti: “Jovanotti è stato quello che mi ha fatto capire cosa volevo fare a 14 anni. Ero un punk, con la cresta color arcobaleno. Sono andato ad un suo concerto pur non essendo un suo fan. Lui utilizzava la musica per comunicatore, volevo fare anche io quella cosa”.



Francesco Facchinetti si è poi soffermato sulla sua famiglia, in particolare sui suoi genitori: “Mio padre è il vero prototipo del musicista, ha donato alla musica tutta la sua vita. Anche quando i miei genitori stavano insieme, lui era sempre in giro. Vivevo con mia madre e ho imparato ad amare mio padre crescendo, perché quando sei piccolo non capisci”. L’ex cantante ha poi parlato della morte del suo migliore amico quando aveva appena 13 anni: “È stato un momento bellissimo, è stato il primo momento di libertà. Era il mio migliore amico. E’ morto tre mesi dopo quel concerto. L’ho vissuta male, molto dolore. Non passa giorno in cui non lo ricordi”.

FRANCESCO FACCHINETTI A OGGI È UN ALTRO GIORNO

“Ho capito che essere dei perdenti non è una cosa brutta”, ha proseguito Francesco Facchinetti, che non poteva non ricordare i Pooh, band leggendaria formata dal padre Roby e dai suoi “zii”: “Non mi sono mai dichiarato un cantante, perché non sono un artista. Ho avuto la fortuna di comunicare con la musica, ma gli artisti veri sono quelli come i Pooh”.

Francesco Facchinetti ha poi parlato del suo disturbo della personalità narcisistica: “Io con il denaro ho avuto un rapporto molto sbagliato. Ho perseguito degli obiettivi esclusivamente dandogli un valore materiale. A volte compri delle cose a costo spropositato solo perché sei un narcisista. Le macchine sono delle spese folli. Ho avuto tante Rolls Royce, ora non ce l’ho più”.