Francesco Flachi è stato intervistato nella serata di ieri dal programma di Italia Uno, Tiki Taka, show calcistico condotto da Piero Chiambretti. L’ex attaccante, fra le altre, di Fiorentina e Sampdoria, sembrava indirizzato verso una grandissima carriera, prima di finire nel tunnel della droga. Arrivò così una maxi squalifica, ben 12 anni con l’obbligo di rimanere lontano dai campi da gioco. “Anche io come Maradona mi sono chiesto cosa sarei stato senza la cocaina – ha raccontato Francesco Flachi che a 47 anni ha deciso di tornare in campo per giocare in Eccellenza, la sua seconda vita nel calcio – non lo so questo. sicuramente migliore di quello che sono stato, questo è vero. Quello che è successo è un fatto e mi dispiace perché sicuramente non sono stato un bel esempio però ci sono delle situazioni dove reagisci in tante maniere, io ho reagito nella maniera sbagliata, forse anche in quel momento lì ti piace farlo, anche se diciamo non ha senso perché dispiace, avevo questo castello di sabbia e piano piano si è sgretolato tutto. Sembra facile riprende la propria vita ma ti accorgi che non è così”.



Il terzo attaccante nella storia della Sampdoria dopo Roberto Mancini e Gianluca Vialli, due vere e proprie leggende blucerchiate, ha deciso di scrivere un libro autobiografico dal titolo ‘Una vita rovesciata’: “Tutto è iniziato quando ho ricevuto la prima squalifica per le scommesse (era la stagione 2006/2007, ndr) e quindi sono stato squalificato ancora non capisco per quale motivo… Era cominciato il campionato da due mesi e io avevo fatto già un paio di gol, ero nel giro della nazionale e non capisco ancora per quale motivo e poi non sono stato nemmeno squalificato”.



FRANCESCO FLACHI: “MENTALMENTE HO CEDUTO…”

Ed è stato proprio in quei giorni che Francesco Flachi è apparso troppo debole di fronte alle tentazioni che lo circondavano: “Lì mentalmente ho ceduto e ho sbagliato. La colpa è solo mia. Avevo 32 anni, potevo ancora fare un paio di stagioni ad alto livello, togliermi qualche soddisfazione personale e poi rimanere nel mondo del calcio”.

Nella sua autobiografia Francesco Flachi ricorda le persone che gli sono state vicine dopo l’esilio dal calcio, dagli ex compagni Palombo, Volpi, Accardi, Berti, Bazzani, fino ad arrivare a coach Walter Novellino: “Un padre, un uomo, la persona che mi è stata più vicina in tutto e per tutto. Lui mi ha detto che un giorno mi porterà con se io se dovesse allenare da qualche parte. Lo seguirei, primo per l’uomo e poi per stare con lui e per imparare. Dopo la squalifica ci sono state tante persone che veramente mi sono state vicine e mi hanno dato quella forza e con loro ho trovato quella forza, quella serenità per ritornare a vivere, e quindi ringrazio tutte queste persone”.