Aveva solamente 55 anni l’avvocato ad attivista Francesco Forzati quando – nella tarda serata di ieri, lunedì 26 agosto 2024 – è morto in quel di Napoli, città che gli aveva dato i natali nel 1969 e nella quale aveva svolto la maggior parte della sua carriera da docente: a dare l’annuncio per prima è stata la Camera Penale napoletana, mentre anche dopo la conferma da parte dei familiari non sono emersi particolari dettagli sulle cause del decesso.



Negli anni Francesco Forzati era diventato una sorta di istituzione nel capoluogo campano, intraprendendo una brillante carriera da giurista, poi culminata con la cattedra all’Università Federico II e con la sua partecipazione alla fondazione di numerose associazioni; nella ferma convinzione che fosse compito di ognuno – nel proprio piccolo – impegnarsi per creare una società giusta e migliore, che non lasci nessuno indietro e tenga conto delle esigenze di tutti.



Tanto il “dolore e lo sgomento” che la Camera Penale di Napoli ha espresso per la morte di Francesco Forzati, ricordandolo come un “docente molto amato dai suoi studenti” e come una figura che ha saputo “coniugare l’impegno accademico e le professione forense con spirito critico”; ma ricordando anche il suo impegno per giungere ad un “diritto penale liberale” passato per un fondamentale “contributo alla rilettura critica degli strumenti di politica criminale”.

Chi era Federico Forzati: il docente ed avvocato morto nella notte tra lunedì e martedì

Insomma, Francesco Forzati è morto nella notte tra ieri ed oggi e su questa terra lascia una moglie – Annamaria Amato, docente anche lei all’università napoletana – e una figlia di cui non sappiamo l’età; mentre sono decine e decine i messaggi di cordoglio dai tanti che nel corso degli ultimi 55 anni avevano avuto modo di entrare in contatto con lui. Una carriera – la sua – iniziata già immediatamente dopo la brillante laurea da 110 e lode conseguita nell’ateneo di Napoli nel 1992, con l’abilitazione alla professione di avvocato conseguita solamente cinque anni più tardi. 



Già nel 1997 aveva iniziato ad insegnare tra l’Italia e la Germania, ottenendo la prima cattedra vera e propria all’Università di Sannio nel 2000 e passando (quattro anni più tardi, nel 2004) alla Federico II: lì – ricoprendo il ruolo di ordinario in Diritto penale – è rimasto per tutti e 20 gli ultimi anni della sua vita, diventando uno dei docenti più amati nella facoltà di giurisprudenza.