Francesco Guccini sarà tra i protagonisti del Capodanno di La7 che ha pensato di proporre per la notte di San Silvestro uno speciale di Propaganda Live per dire addio al 2020 e prepararci ad accogliere nel migliore dei modi il nuovo anno. Tra gli ospiti ci sarà spazio anche per uno dei maggiori nomi del cantautorato italiano e che proprio lo scorso giugno ha festeggiato i suoi primi 80 anni. Spinto dall’influenza di Bob Dylan, Guccini è tra quei cantautori che tra la seconda metà degli anni ’60 e l’inizio del decennio successivo propose nel nostro Paese l’idea del personaggio che munito di chitarra riesce a comporre, suonare e cantare i propri brani incantando intere generazioni.
Con De Andrè e De Gregori ha parte del trio che è riuscito a comporre poesia pura, dove la musica, pur essendoci in maniera importante, rischia di passare in secondo piano. Francesco Guccini ha iniziato a muovere i suoi primi passi negli anni Cinquanta nello stesso periodo in cui, negli Stati Uniti, nasceva qualcosa di prorompente ed inedito: il rock’n’roll. In questo contesto il giovane Guccini cerca di inserirsi nell’affollato movimento musicale sempre più affollato.
FRANCESCO GUCCINI E LA SUA SCRITTURA
Francesco Guccini non ha solo scritto e cantato canzoni salendo sui più importanti palcoscenici ed esibendosi davanti a migliaia di persone. Lui infatti è anche un artista che scrive libri: “Quando mio padre mi domandò: ‘Cosa vuoi fare da grande?’, io risposi senza tentennare: ‘Voglio fare lo scrittore, papà’. Avrò avuto dieci, undici anni. E, in fondo, è quello che ho sempre fatto”, ha commentato in una intervista all’Huffingtonpost di qualche mese fa. Non è un caso se le sue canzoni, spiega, “raccontano una storia e le ho scritte solo quando avevo qualcosa da raccontare. Sono stato un narratore anche da musicista. Le canzoni uscivano fuori da sole, io tutt’al più definivo i tratti dei personaggi, immaginavo le loro avventure, ma non ho mai scritto una canzone perché la mia casa discografica me lo aveva chiesto”.
Se, in qualche modo, Bob Dylan lo ha influenzato, Guccini ha tuttavia anche respinto la tentazione di una svolta: “No, mai. Alla fine degli anni cinquanta, un amico costruì da solo un amplificatore da un watt, roba da niente al confronto di un amplificatore di oggi, però quando allora misi dentro lo spinotto e diedi una pennata alle corde della chitarra mi sembrò di assistere a un miracolo. Era una magia. In fondo, era lì il fascino del rock ’n roll di quegli anni”, ha commentato. Il cantautore ha poi ammesso di aver preso una strada differente ed oggi si ritrova in casa ad avere sei differenti chitarre, “in certi periodi ne privilegio una, in certi momenti un’altra”.