Il Covid-19 continua a tenere in apprensione il mondo intero con nuovi casi sempre più in aumento in Italia e nella restante parte dell’Europa. Tra alti tassi di vaccinazione e ancora qualche indeciso da convincere, ad oggi le ospedalizzazioni registrate nel nostro paese sono per gran parte dominata da no vax. Al pari dei vaccinati con terza dose, chi guarisce dal virus otterrà il Super Green Pass che per i prossimi mesi equivale all’immunità ottenuta contro il coronavirus. Ma l’immunità vera e propria quanto dura?

A provare a rispondere a questa domanda ci ha pensato il professore Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico Umberto I di Roma, che ospite a “L’Aria che tira” su La7 ha fatto il punto delle immunità presenti in Italia e non solo: “L’immunità naturale non è standardizzabile come il vaccino, perché quella del farmaco si studia in laboratorio mentre quella che si ottiene da guarito dipende tutto dalla carica virale che si ha e dalla risposta della difesa immunitaria. Oggi c’è una immunità ibrida, una via di mezzo tra quella data dall’infezione e come risponde il nostro corpo e quella data dalla vaccinazione”.

LE FOCHE, QUANTE IMMUNITÀ ESISTONO

Nel corso del suo intervento a “L’aria che tira”, rispondendo alle domande della conduttrice Myrta Merlino, Francesco Le Foche ha sottolineato: “C’è chi ha avuto la malattia e fatto due dosi di vaccino, chi ha fatto due dosi e poi ha avuto il Covid e chi ancora ha fatto una dose e poi ha contratto il virus. Ci sono tanti tipi di situazioni immunologiche che portano all’immunità di società che piano piano si sta allargando. Immunità di gregge è impropria, ma è diffusa e si tratta di sovrapposizione di immunità naturale e quella da vaccinazione”.

Sulla situazione vaccini, da protrarre o meno nel tempo, ha poi ribadito la posizione dichiarata da vari colleghi esperti: “Avremo 3-4 settimane di pressione perché ci sono tanti non vaccinati e a tanti manca la terza dose, che serve per non ammalarsi e andare in terapia intensiva. Questi sono vaccini che non ci proteggono al 100%. Il picco dovrebbe arrivare fra fine gennaio e le prime due settimane di febbraio. Quante dosi? Dobbiamo prima capire se c’è la necessità di fare la quarta dose, ma stimolare reiteratamente il sistema immunitario con una sostanza geneticamente significativa può portare ad una tachifilassi, ovvero una non risposta”.