Francesco Montanari è uno degli ospiti della terza edizione di “Danza con me“, lo spettacolo di Roberto Bolle in onda il 1 gennaio 2021 su Rai1. L’attore torna in tv per un’occasione speciale: lo show di Roberto Bolle dove ricopre il ruolo di co-conduttore e dalle pagine de La Repubblica ha anticipato: “cerchiamo di rimanere fedeli a noi stessi, ma quest’anno sarà speciale: siamo riusciti a portare a termine tutto tra grandi difficoltà. L’arte e la bellezza ci consolano e portano speranza”. Non solo, l’attore che nello show ha ballato con l’etoile della danza mondiale ha precisato: “Ballare con Bolle è come fare gli anelli con Jury Chechi. E’ stata una bellissima esperienza che voglio rifare”.
L’attore, volto di fiction di successo come “Il cacciatore” e “Romanzo Criminale”, lo scorso anno con la moglie Andrea Delogu è stato protagonista anche a teatro con “Il giocattolaio”, un’opera che ha raccontato così dalle pagine di Iodonna.it: “è un thriller seduttivo. La storia di un uomo e di una donna che si piacciono, nonostante il lato dark di entrambi. Le prime quattro serate sono andate benissimo, ma non farei confronti”. Montanari non nasconde però di aver avuto qualche timore per la moglie: “Andrea non è un’attrice, fa la presentatrice in tv e in radio. Ha seguito un corso di recitazione anni fa, ma non aveva avuto l’occasione di provare. A teatro bisogna imparare a mettersi al servizio del personaggio, a lasciare tutte le sovrastrutture e mettersi a nudo. Recitare vuol dire distruggere i filtri e mettere in scena la propria vulnerabilità. È un percorso profondo e doloroso ma Andrea ce l’ha fatta, è stata brava”.
Francesco Montanari attore: dal successo di Romanzo Criminale al teatro
Francesco Montanari ha anche raccontato di avere un rapporto on-off con l’analista: “ho interrotto, poi ripreso. È un percorso che aiuta ad attivare dei meccanismi, non me lo impone nessuno. La frenesia della quotidianità ci allontana da noi stessi. Non abbiamo mai un momento per chiederci: come sto? È una domanda che tutti dovrebbero farsi, invece di affannarsi, di essere bulimici di vita. Fermiamoci e osserviamoci. Ognuno può trovare il suo modo, quello che più si avvicina alla sua sensibilità. C’è la meditazione, lo yoga. Per me, l’analisi. L’attore deve guardarsi dentro, prima di uscire da sé e mettersi nei panni di qualcun altro”.
Infine non ha nascosto un momento no della sua vita quando, dopo il grande successo di Romanzo criminale, il telefono non squillava mai: “dopo Romanzo criminale, nessuno mi ha più chiamato per un provino. Un silenzio pesantissimo, durato due anni. Per strada sembravo un divo alla Michael Jackson, tutti a salutarmi. Ma il telefono restava muto. Poi per caso ho incontrato Massimiliano Farau, che era stato mio prof in Accademia, e mi ha proposto il ruolo da protagonista nello spettacolo teatrale Killer Joe. Quando ho visto la sala strapiena, sono rinato”.