Chi è Francesco Moser, lo sceriffo del ciclismo italiano

Francesco Moser, chi è e tutti i successi dell’ex ciclista. Soprannominato lo “Sceriffo” per le sue innati doti di leadership e la grande capacità di gestire uomini ed eventi, l’ex ciclista trentino è considerato il corridore italiano più vincente di sempre nella storia del ciclismo con all’attivo 273 successi su strada. Una carriera unica e straordinaria quella del corridore tra i migliori interpreti delle prove a cronometro e non solo. Tante, troppe, le sue imprese vinte che gli hanno permesso di passare alla storia diventando uno dei numeri uno del ciclismo. Tra tutte le gara una delle più belle e indimenticabili, a detta proprio di Moser, è stata la conquista del Record dell’Ora nel 1984, un vero e proprio exploit che ha incastonato il nome di Moser nell’empireo del pedale rendendolo una figura riconoscibile, ascoltata e venerata.



Un primato che gli ha permesso di affermarsi come uno dei corridori più grandi di sempre. Tutto è iniziato da Palù di Giovo come ha raccontato l’ex campione: “è il perno attorno al quale ha ruotato tutta la mia vita, nonostante nel corso degli anni io abbia girato tutto il mondo per via delle corse. In Venezuela ho conquistato la maglia iridata, in Giappone sono stato il primo ciclista italiano a gareggiare, in Messico ho stabilito il Record dell’Ora e poi ho corso in tutta Europa per 15 anni da corridore professionista. Non importava dove andavo e quanto stavo via da casa, l’importante per me, dopo ogni corsa, era tornare a casa, tra le vigne, le montagne e la mia gente, in Trentino”.



Francesco Moser, tra i successi: la vittoria al Giro d’Italia 1984

Da Palù di Giovo ai gradini più alti del ciclismo italiano e internazionale. Questa è la storia di Francesco Moser, uno dei corridori più grandi della storia del ciclismo. Ma come è nata la passione per la bici? A rivelarlo è proprio l’ex campione: “un giorno di fine giugno mio fratello Aldo mi propone un giro in bicicletta. Avevo compiuto diciotto anni da poche settimane ed ero molto giovane, timido, di poche parole. Per una volta quel giorno provai soltanto a pensare di spingere sui pedali dimenticandomi di tutto il resto, godendo delle ruote che giravano veloci sull’asfalto, delle strade e delle montagne che avevo intorno”. Nasce così la carriera del ciclista che parlando dello sport ha detto: “il bello del ciclismo, ti viene voglia di scoprire posti nuovi e di viaggiare”.



Tra i successi Moser ne ricorda uno con grande emozione: “il Record dell’Ora di Città del Messico. Nessuno sembrava credere che io avessi la possibilità di battere il primato di Merckx. Tranne Alfredo Martini, il commissario tecnico della nazionale di ciclismo su strada, nessun altro tecnico o direttore sportivo era venuto dall’Italia per vedermi. Anche i giornalisti erano pochi”. La consacrazione arriva nel 1984 con il Giro d’Italia: “avevo 1’21” di svantaggio sulla maglia rosa Laurent Fignon. Li recuperai tutti e andai oltre. Mi ricordo l’ingresso dentro all’Arena di Verona, ormai era fatta, stavo finalmente per vincere il Giro”.