Francesco Moser è nato e cresciuto a Palù di Giovo, in provincia di Trento, in una famiglia numerosa, oltre che fortemente religiosa: dodici figli, molti dei quali con la passione per lo sport. Uno di loro, invece, è frate francescano. L’ex ciclista ha parlato delle sue origini nel corso di una intervista rilasciata a l’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede.
Partendo dall’inizio, l’atleta ha voluto ricordare un aneddoto in merito al suo nome. Il papà voleva battezzarlo Decimo, dato che era il decimo dei tredici figli, ma la mamma si oppose. Francesco in onore di Fatima. E la fede lo ha accompagnato in tutta la sua carriera, nel corso della quale ha vinto più di 200 corse. Una passione di famiglia. “I miei fratelli Aldo, Enzo e Diego correvano da prima che nascessi. La mia prima corsa invece fu alla fine di luglio 1969, quando l’uomo mise piede per la prima volta sulla luna. Arrivai quarto”, ha raccontato Moser.
Francesco Moser: “Nome omaggio a Fatima”. Il rapporto con la fede
E pochi anni dopo, per Francesco Moser, si sono aperte le porte di quel Giro d’Italia partito dal Vaticano: “Nel 1974, c’era Papa Montini. Ho le foto di tutti noi corridori che andiamo a salutarlo personalmente prima della partenza. Poi siamo tornati nel 2000 e ci accolse Giovanni Paolo II. Con il ciclismo si vivono proprio le città. Sono posti a cui poi ci si affeziona. Io, ad esempio, ricordo benissimo un arrivo al santuario di Montevergine oppure a quello di Tindari”, ha ricordato.
Tutt’ora il collegamento tra il Vaticano e il ciclismo è ben consolidato, dato che c’è una squadra in bicicletta con i suoi colori ed una missione ben precisa. “Con il messaggio giusto si può pensare a fare una cosa importante, non solo amatoriale. È un mondo incredibilmente vario. Anche io ho visitato i luoghi sacri con la bicicletta, lasciando anche alcuni omaggi: una bicicletta alla Madonna del Divino Amore, ad esempio. Sarebbe bello organizzare qualcosa con la squadra ciclistica vaticana… Io ci sono”. Questa la promessa di Moser a l’Osservatore Romano.