Torna d’attualità la storica rivalità fra Francesco Moser e Beppe Saronni, due artisti della bicicletta che quarant’anni fa si sono sfidati sulle strade di tutta Italia. A parlarne oggi è il primo, ma bisogna avvolgere leggermente il nastro fino a quanto accaduto ieri. In occasione della prima giornata del Festival dello Sport, Saronni è stato introdotto nella Hall of Fame del Giro d’Italia e per l’occasione lo stesso ha spiegato: «Chissà perché ma ci ritroviamo ancora una volta sulle stesse strade, negli stessi luoghi —le parole riprese dal quotidiano di via Solferino rilasciate dal 66enne che ha vinto il Giro nel 1979 e nel 1983 —. La nostra rivalità ha incendiato l’Italia, nei bar non si parlava solo di calcio ma anche di ciclismo e questo penso sia il risultato più bello che abbiamo ottenuto. Immagino che più tardi lo incontrerò. Vorrà venire a salutarmi e a complimentarsi per questo riconoscimento».



Parole che sembravano un preludio ad un riavvicinamento fra i due, ma che in realtà hanno rappresentato l’ennesimo terreno di scontro. Francesco Moser ha infatti commentato: «Non ho mai detto che sarei andato all’evento. A parte che lui non è venuto nel 2015 a Milano quando sono stato premiato, ma in generale non voglio proprio vederlo. Negli anni passati è vero che mi veniva a trovare ma le sue ultime dichiarazioni mi sono rimaste sullo stomaco e preferisco non avere niente a che fare con lui».



FRANCESCO MOSER VS BEPPE SARONNI: “NULLA IN CONTRARIO AL PREMIO MA…”

Il riferimento è ad un’intervista che Saronni aveva rilasciato mesi fa sempre al Corriere della Sera, in cui lo stesso sminuiva le vittorie del rivale associandole a tecnologie e procedimenti medici sperimentali che negli anni successivi vennero vietati. «Non ho nulla in contrario al fatto che lui riceva questo premio, va bene anche a Trento. Ormai lo danno a tutti gli ex campioni che hanno vinto il Giro in passato. Il mio l’ho preso da un po’ di tempo», ha aggiunto lo Sceriffo di Palù di Giovo.

In ogni caso Saronni si dice soddisfatto per essere stato inserito nella Hall of Fame: «Finalmente ce l’ho. Ho sempre detto che avrei voluto avere il tempo per godermelo e adesso è arrivato il mio momento. Ritengo di essermelo meritato dopo due vittorie al Giro, una cinquantina di giorni in maglia rosa e 24 successi di tappa».