Giovanni Nuti ha voluto ricordare e celebrare suo fratello Francesco, celebre ed apprezzatore attore e regista italiano tragicamente morto all’età di 68 anni, nel 2023, dopo essere caduto dalle scale per due volte, la prima nel 2006, la seconda poco prima del decesso. Lo ricorda come una persona “aperta, socievole, divertente ma, nel profondo, anche malinconico. Nascondeva una certa timidezza” ma anche una “sensibilità all’innamoramento e la solitudine”, e gli piace ricordarlo come “un ‘malincomico’”.



Francesco Nuti, ricorda il fratello Giovanni, “è sempre stato un bambino felice e allegro, con una bellissima voce”. Iniziò a cantare “nel negozio del babbo, lo accompagnavo alla chitarra”. Durante gli studi parve indirizzarsi vero “l’industria tessile“, mentre conservava una certa passione per il calcio, “era una centravanti di qualità, ma indisciplinato, recalcitrante agli allenamenti”. La svolta nella vita di Francesco Nuti, invece, ricorda ancora Giovanni, avvenne “con la maturità. Ha fatto la commedia di fine anno scoprendo l’affascinante gioco del teatro” e capì in quel momento “che la sua strada era questa”.

Giovanni Nuti: “Mio fratello Francesco cancellato dal cinema perché non è politicamente corretto”

Francesco Nuti, tuttavia, era anche un uomo, come tutti, con dei difetti e dei problemi, specialmente riguardo all’amore, perché il fratello ricorda che “amava molto le donne, ma forse non si fidava completamente di loro. Era anche molto geloso” e tendeva ad innamorarsi delle attrici che sceglieva. Ebbe, poi, una brutta crisi che lo fece diventare un alcolista, e che, racconta Giovanni, scoppiò “all’apice del successo. Era in ansia per come mantenerlo [e] come spesso succede, l’alcol diventa una sorta di automedicazione“.

Il mondo del cinema, tuttavia, reagì piuttosto male all’alcolismo di Francesco Nuti al punto che oggi, sostiene Giovanni, “sembra ci sia quasi una sorta di damnatio memoriae” nei confronti di suo fratello. “Quando è morto non ha avuto nemmeno un film in prima serata” e nessuno ha voluto pubblicare su carta il libro biografico ‘Tutti nuti’, scritto dallo stesso Giovanni con Fabiana D’Urso. “È un personaggio scomodo per due motivi”, sostiene Giovanni Nuti parlando fratello Francesco, “la storia dell’alcolismo non si presenta bene. E poi il linguaggio di Francesco non è politicamente corretto“, come nel caso del film ‘Donne con le gonne’ in cui mette in scena il rapimento di una danna. “Non è apologia di reato”, spiga e giustifica Giovanni, “anzi, racconta le difficoltà serie di un uomo che sta male e fa star male una donna”, ma l’industria preferisce evitare di ricordarlo.