Il grande sceneggiatore toscano, Giovanni Veronesi, si è raccontato a cuore aperto ai microfoni del il Corriere della Sera. Una bella chiacchierata le cui prime parole sono dedicate ai genitori: “Il ricordo più bello? Quando mia madre mi portava al mare, avevo 5-6 anni ed ero scalmanato. Lei mi salvava la vita tutte le mattina perchè se non mi avesse stretto la mano così tanto da non farmi sgusciare via, io avrei attraversato sempre con il rosso viale Kennedy a Fiumetto per raggiungere al più presto il mio amico Gerardo, figlio del bagnino. Non mi rendevo conto del pericolo”.



Mia madre Luisa era molto bella – ha proseguito Giovanni Veronesi – a 18 anni vinse la fascia di Miss Bellaria, un produttore le propose di venire a Roma a fare dei provini e mio nonno la schiaffeggiò e la rimandò a Bologna su un camion dell’acqua minerale di un suo amico”. Un aneddoto sui primi soldi guadagnati, che suo padre gli consigliò di incorniciare e non spendere: “Da quelle centomila lire incorniciate è partito tutto. Avevo bisogno della spinta di mio babbo, mia madre era già dalla mia parte”.



GIOVANNI VERONESI: “NON HO MAI ELABORATO IL LUTTO DEI MIEI GENITORI”

Giovanni Veronesi racconta di non aver mai elaborato il lutto relativo allo scomparsa dei suoi genitori: “Dicono ci voglia un anno e invece ne sono passati dodici e io niente. Ripenso a mio padre e a mia madre ogni giorno, sento un vuoto profondo, sono stati talmente importanti che non è possibile sostituirli con nessun passaggio di tempo, nemmeno fra 100 anni riuscirei a vivere felicemente come ho vissuto fino a quando c’erano loro. In ogni film metto qualcosa che me li ricorda e fa sentire vicini”. E ancora: “Non ero particolarmente mammone, li chiamavo ogni 3-4 giorni, talvolta non li vedevo per due mesi. Nel momento della malattia, però, io e Sandro siamo stati con loro fino alla fine: è una cosa che auguro a tutti di poter fare, è un passaggio di testimone che deve essere fatto dove sei cresciuto”. Sua madre è morta sei mesi dopo la scomparsa del padre: “Mia madre ha mantenuto la promessa, aveva detto che non voleva vivere neanche un giorno senza mio padre e sebbene il malato fosse lui, lei ha sorpassato tutti a destra e si è inventata un tumore che non c’era fino a poco tempo prima. E’ stata una sorpresa, a un certo punto abbiamo capito che non si è curata”. Anche Giovanni Veronesi ha avuto un tumore e non ne è ancora uscito: “Anche io ho avuto un tumore due anni fa, ancora non è tutto a posto, ti danno 5 anni di protocollo e devi solo aspettare e sperare che non si ripresenti. Mio fratello è fuori io no, diciamo che ho vissuto gli ultimi due anni pericolosamente, anche con il covid”.



GIOVANNI VERONESI: “AMO VALERIA SOLARINO IN MODO SMISURATO”

Quindi il regista e sceneggiatore sottolinea il suo smisurato amore per la compagna, la bella e brava attrice Valeria Solarino: “Chi è oggi famiglia? Valeria, che amo in modo smisurato, non c’è metro che potrebbe misurare il mio amore per lei, e la sua famiglia e Sandro con i miei nipoti. Con Valeria ci sposeremo sicuro, abbiamo detto che vogliamo essere onesti e quando lo faremo sapremo davvero che lei è stata la donna di tutta la mia vita e io l’uomo della sua. E’ una delle persone meno litigiose che abbia mai conosciuto, in 18 anni abbiamo litigato veramente tre volte, sempre per colpa mia, che magari sono nervoso, penso solo al lavoro, le cose classiche dei registi un po’ egocentrici”. Si passa quindi a parlare di Francesco Nuti: “Non fa parte della mia famiglia ma è come se fossimo fratelli. Se non ci fosse stato lui il mio mestiere non sarei riuscito a farlo in questo modo, entrando dalla porta principale. Sono stati aiutato un po’ dalla fortuna e molto da Francesco, che nei primi anni della mia carriera mi ha spalleggiato, mi ha prodotto film, me li ha fatti scrivere”. Veronesi va spesso a trovare l’amico, al momento ricoverato in una clinica: “Non sono sicuro che lui capisca, ma la speranza è talmente tanta che esco sempre soddisfatto. E poi lui sorride, mi guarda, alle volte spero che non capisca perchè ho paura che possa soffrirne”. Sul fatto che non abbia mai avuto figli: “Ci ho pensato tanto, ma ogni volta mi sono risposto che non volevo chiedere troppo Poi so che mi sono privato di una delle cose più belle della vita, però ne ho avuto talmente tante che va bene così, non sono ingordo”. Quindi il giornalista del Corriere della Sera conclude con una domanda di rito: “Cosa mi rende felice adesso? La serenità di rimanere con le persone che ami e riuscire a preservare quello che hai costruito. L’importante è avere intorno persone che davvero ti voglio bene e io ho Valeria”.