Clarissa Burt, oltre ad aver lavorato Francesco Nuti per un periodo della sua vita è stata anche la sua compagna. “E’ vero, noi siamo stati insieme per un anno e quattro mesi nell’87”, ha svelato a Mara Venier in collegamento con Domenica In. “Accanto a Francesco con 100 persone cantando auguri è stato un vero augurio per i miei 29 anni e non solo”, ha aggiunto. Come compagno la loro storia non è durata molto. Francesco lo ha descritto come una delle persone più brillanti e divertenti mai conosciuti prima che gli ha permesso di conoscere bene anche Roma.
Giovanni, fratello di Francesco, in collegamento con la trasmissione ha spiegato di stare sempre molto vicino a lui. Oltre ad essere medico è anche un musicista. “Francesco è mio fratello, cosa posso dire?”, si è limitato a dire, “sono 60 anni di vita passati insieme, piena di segreti, gioia e dolori e quando vado a trovarlo ci guardiamo negli occhi e ci intendiamo così. Ma noi ci siamo sempre intesi così. Ad intervenire anche l’amico Marco Masini. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Le parole di Ornella Muti
A Francesco Nuti sono giunti numerosi messaggi, da Panariello ad Ornella Muti. Quest’ultima ha fatto ben due film con l’attore. In collegamento a Domenica In ha raccontato i ricordi più belli legati a Francesco: “Noi abbiamo fatto il primo film ed è stato un piccolo momento magico. Ci siamo molto divertiti, è stato molto bello, è uno dei ricordi più belli che ho”, ha ammesso la Muri. “Ci siamo piaciuti abbastanza”, ha ammesso, ma per vari motivi non si sono più visti “ci siamo sentiti al telefono un paio di volte, ma poi appariva e spariva e poi dopo non l’ho più visto”. Ornella ha ammesso che “non ho avuto il coraggio di rivederlo” per via della sua grande emotività: “Credo che soffrirei molto, io vorrei dare allegria e invece penso che soffrirei tanto”.
Anche Giovanni Veronesi lo ha fortemente ricordato: “Quando si toccano le corde più intime dell’anima si tocca Francesco, gli devo tutto, è un pezzo del mio cuore”, ha ammesso. Oggi ogni volta che torna da lui “è come andare a trovare un pezzo di me” e quando è da solo “gli do dei baci e lo abbraccio”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Francesco Nuti e l’incidente domestico
Francesco Nuti, attore e regista originario di Firenze, rimase vittima di un grave incidente domestico il 3 settembre 2006. Prima di allora aveva vissuto un brutto periodo di depressione e di dipendenza dall’alcol, da cui apparentemente era riuscito a riprendersi soltanto alla vigilia del suo ritorno sul set. Poi, però, il tragico evento che gli sconvolse la vita: cadendo dalle scale, Nuti si procurò un ematoma cranico e venne ricoverato d’urgenza presso il Policlinico Umberto I di Roma. Dopo l’operazione, il successivo 24 novembre, uscì dal coma e venne trasferito nell’ospedale Versilia di Lido di Camaiore. Si tratta di un centro specializzato nella riabilitazione neuromotoria: Francesco, infatti, ha riportato gravi danni neurologici.
Francesco Nuti, l’incidente e la riabilitazione
Nel maggio 2007, i giornali annunciarono che Francesco Nuti aveva buone possibilità di tornare a camminare. Le dimissioni, però, arriveranno soltanto un anno dopo, precisamente ai primi di giugno. L’ex compagna Annamaria Malipiero, da cui nel ’99 aveva avuto la figlia Ginevra, comunicò in quell’occasione che Francesco aveva necessità di continuare con la riabilitazione. Nel febbraio 2009, il fratello Giovanni fece sapere che l’attore poteva finalmente tornare a casa. Nello stesso anno viene presentato un saggio di Matteo Norcini a lui dedicato, Francesco Nuti. La vera storia di un grande talento. Sempre con Giovanni, Francesco ha firmato una raccolta di versi pubblicata nel 2009. La Cineteca Nazionale gli ha inoltre dedicato una retrospettiva alla Sala Trevi di Roma.
Giovanni Veronesi parla delle condizioni di salute di Francesco Nuti
In un’intervista al Corriere di due settimane fa, Giovanni Veronesi, allievo artistico di Francesco Nuti, ha parlato del loro legame aggiornando anche il pubblico circa lo stato di salute dell’attore: “Lui non fa parte della mia famiglia, ma è come se fossimo fratelli”, esordisce l’artista in maniera accorata. “Se non ci fosse stato lui il mio mestiere non sarei riuscito a farlo in questo modo, entrando dalla porta principale. A parità di talento ne ho visti tanti rimanere al palo, io non mi reputo Kubrick, so benissimo quali sono miei limiti”. Nei primi anni della sua carriera, Nuti lo spalleggiò, produsse i suoi film e glieli fece scrivere. Alla domanda sulle sue condizioni, invece, risponde che non è sicuro che lui lo capisca, “ma la speranza è talmente tanta che esco sempre soddisfatto”. “E poi lui sorride, mi guarda, alle volte spero che non capisca perché ho paura che possa soffrirne”.