Giovanni Veronesi, sceneggiatore, scrittore e regista italiano, è stato intervistato dal programma “I Lunatici” su Rai Radio 2. Il 56enne di Prato è uno storico amico di Francesco Nuti, e i due hanno lavorato assieme a numerosi progetti: «E’ la mia nota dolente – afferma Veronesi, ribadendo quando già detto in altre interviste recenti – perché forse non ho capito in tempo quello che stava succedendo. E quando l’ho capito ho tentato, forse maldestramente, di aiutarlo». Veronesi spiega di aver avuto dei limiti, di non aver saputo come trattare una persona che beveva. «E poi ero più giovane, mi spaventai, pensai che anche io stavo rischiando, che il pericolo incombeva anche nella mia vita». Ad un certo punto, però, il rapporto fra i due è andato a rotoli: «A un certo punto gli dissi che noi due non andavamo più d’accordo – ha proseguito il regista, che su Rai Radio 2 conduce il programma “Non è un Paese per giovani” – e che lui doveva curarsi. Alla fine è tutto è degenerato».



GIOVANNI VERONESI: “FRANCESCO NUTI ERA SPECIALE”

Il rapporto di amicizia e lavorativo si è quindi interrotto, ma dopo un po’ i due sono tornati a parlarsi: «Prima che lui si facesse male siamo tornati amici, abbiamo ripreso a vederci, ma lui non era più lo stesso». Veronesi è convinto che probabilmente, ora come ora, con maggior esperienza alle spalle, avrebbe trattato il caso in maniera differente: «Ho questa remora, forse se mi capitasse adesso una cosa del genere saprei come comportarmi». Veronesi parla benissimo dell’amico di Prato, che lo stesso considera un fratello: «Io lo amavo proprio come persona, mi piaceva, era generoso, speciale, unico». A settembre del 2016 l’attore e regista toscano ebbe un incidente domestico, e l’anno successivo la figlia ha affermato che il padre è totalmente infermo e non parla: «Ogni volta che posso, che ho tempo, che mi va, vado a trovarlo. Vivo insieme a lui questa vita silenziosa, però altrettanto importante per me». Veronesi chiude l’intervista con delle parole significative: «Certe persone dicono che forse per lui sarebbe stato meglio morire. Io ci ho pensato bene prima di rispondermi, credo che la vita anche se ridotta ai minimi termini, basta che ti faccia fare un sorriso e già ne vale la pena di viverla».

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