Ospite di Melissa Satta questa sera, Maria Isabella De Ninno tornerà certamente a parlare della difficilissima storia del figlio Francesco Pennacchi brutalmente – ed immotivatamente – ucciso nella notte tra il 26 e il 27 novembre del 2015 da un vicino di casa per via di una lite che si sarebbe generata (secondo le varie ricostruzioni fatte dagli inquirenti e finite al centro del processo contro il reo confesso killer) per una normalissima discussione su un party che è durato fino a tarda notte: una vicenda certamente singolare e che fortunatamente si è conclusa quasi subito, restituendo giustizia alla famiglia di Francesco Pennacchi ad un anno esatto dalla sua morte.



Tornando indietro nel tempo, vale la pena ricordare che quella notte Francesco Pennacchi si trovava all’interno del suo studio da commercialista dove si era trattenuto con un paio di amici fino a tada notte: chiuso lo studio, i tre furono raggiunti da un vicino di casa – il fornaio albanese Lorenc Prifti – che ha immediatamente innescato una discussione culminata con quella che viene (almeno, in certi ambienti) definito ‘abbraccio all’albanese‘ con un coltello che ha trapassato lo sterno del commercialista 32enne – “dalla parte destra verso l’interno”, spiegò la fidanzata qualche tempo dopo – uccidendolo sul colpo.



Francesco Pennacchi: il fornaio albanese killer condannato a 30 anni di reclusione

A chiamare la autorità furono – ovviamente – gli stessi amici di Francesco Pennacchi che nel frattempo fu trasportato in ospedale dove i medici non poterono far altro che constatarne il decesso, ma grazie all’immediata testimonianza degli unici due testimoni, gli inquirenti nell’altro di poche ore sono riusciti a risalire a Prifti e all’arma del delitto (rinvenuta in un tombino poco distante dal luogo dell’omicidio) traendolo immediatamente in arresto e sottoponendolo ad un lungo interrogatorio culminato con una piena ammissione di responsabilità da parte del killer.



Sul caso di Francesco Pennacchi si era espressa l’intera comunità di Velletri sconvolta dalla brutalità dell’omicidio immotivato, coinvolgendo in un’occasione anche Matteo Salvini che prese parte ad una manifestazione in suo onore; mentre tornando al 2016 dopo un processo che si è svolto con il rito abbreviato, il fornaio albanese fu condannato a 30 anni di reclusione con l’accusa di omicidio volontario e l’aggravante dei ‘futili motivi’.