Si è conclusa la prima (e probabilmente non ancora ultima, ma per ora non emergono indiscrezioni in in merito ad eventuali ricordi) fase del processo per la morte del 18enne aspirante pizzaiolo napoletano Francesco Pio Maimone che vedeva come principale indagato il 21enne Francesco Pio Valda: proprio oggi – infatti – la Corte d’Assise del capoluogo campano presieduta dalla giudice Teresa Annunziata ha pronunciato una piena condanna all’ergastolo per il killer di Francesco Pio Maimone accogliendo la richiesta dei legali dell’accusa; mentre i difensori del 18enne imputato avevano chiesto per il loro assistito una l’assoluzione con la formula “il fatto non sussiste” in virtù della limpida fedina penale del killer e della sua piena collaborazione.
Facendo un passetto indietro, è bene ricordare che l’omicidio di Francesco Pio Maimone risale alla notte tra il 19 e il 20 marzo del 2023 quando il 18enne si trovava – come molte altre sere – agli chalet del lungomare napoletano della Mergellina in compagnia di alcuni amici e poco distante da lui scoppiò una lite tra il gruppo di amici di amici di Valda e altre persone, colpevoli di aver versato un drink sulle scarpe Louis Vuitton del presunto killer: quest’ultimo estrasse una pistola ed esplose alcuni proiettili tra la folla colpendo – ed uccidedo sul colpo – Maimone che non c’entrava nulla con la disputa.
Condannato all’ergastolo il killer di Francesco Pio Maimone: il commento della madre e del padre
Nelle indagini per la morte di Francesco Pio Maimone, la Direzione Distrettuale Antimafia campana ha riconosciuto in Valda il baby boss dell’omonima famiglia che semina il terrore nel quartiere Barra – legata al clan Aprea -; mentre oltre a lui sono stati condannati anche la cugina Alessandra Clemente, la nonna Giuseppina Niglio, Salvatore Manicini e Pasquale Saiz (tutti con pene comprese tra i 2 e i 4 anni di reclusione) e sono stati assolti la sorella Giuseppina Valda e Giuseppe Perna.
Intercettata dai giornalisti dopo la pronuncia dei giudici, la mamma di Francesco Pio Maimone – Concetta Napoletano – si è limitata a rivolgere un appello ai tanti giovani come Valda affinché “depongano le armi”; mentre il padre – Antonio – ha precisato che oggi “mio figlio era qui in aula con noi a vedere questo forte segnale”, sostenendo che “giustizia è stata fatta” ed unendosi all’appello della moglie nella speranza che i giovani capiscano che “è arrivato il momento di depositare le armi” e lasciare quella vita che “porta o al cimitero o in carcere”.