A Storie Italiane, in diretta su Rai Uno, l’intervista al padre di Francesco Pio Maimone, il 18enne ucciso negli scorsi giorni a Napoli, alla Mergellina, dopo un colpo di pistola sparato da un giovane 20enne già identificato e in carcere. Il papà ha confermato quanto già si diceva che negli ultimi giorni, ovvero, che il povero Francesco Pio Maimone fosse un bravo ragazzo, gran lavoratore: “Era un bravo ragazzo – dice il padre di Francesco – il mondo intero sta parlando di mio figlio”.



Nella giornata di ieri anche il sindaco ha voluto omaggiare la famiglia della vittima: “Un gesto molto bello quello del sindaco, ci ha fatto molto piacere. Io voglio dare un esempio a tanti giovani – ha proseguito – devono dire basta con la criminalità. Dobbiamo investire sui giovani e su Napoli, devono rimanere qui perchè ci sono tante bravissime persone figlie di Napoli, deve essere un riscatto sociale della città. Cercherò di fare il possibile con l’aiuto di tanti amici, dobbiamo cambiare questa città e questa morte assurda non deve essere dimenticata”.



OMICIDIO FRANCESCO PIO MAIMONE: IL COMMENTO DI GIOVANNI TERZI

Giovanni Terzi, presente in studio a Storie Italiane, ha commentato: “La prima persona è che la mela non cade lontano dall’albero, la forza di questo padre che vuole rendere omaggio al figlio perduto e ci fa capire che c’è tantissima bella gente in questa meravigliosa città che è Napoli. Dobbiamo fare un ragionamento però complesso e profondo, dobbiamo partire dalla scuola, se ci sono fra gli 11 e i 13 anni tanti ragazzi in mezzo ad una strada e non vengono controllati dai genitori, è da lì che vengono affiliati a diventano dei delinquenti come magari sono stati i loro genitori”.



Storie Italiane ha intervistato anche il sindaco di Napoli: “E’ un problema generale della violenza giovanile e in questa città dove ci sono tanti fenomeni di marginalità diventa importante. Dobbiamo recuperare questi giovani e poi c’è un tema di controllo del territorio soprattutto di notte, questi ragazzi vivono di notte e ci sono luoghi dove si concentrano. L’unico modo – ha continuato – per dare una speranza alla famiglia è usare questo sacrificio per un esempio positivo negli altri giovani, portare avanti un discorso per aiutare altri ragazzi”.