Ambra Angiolini e Francesco Renga hanno oggi un ottimo rapporto. I due non stanno più insieme da tempo e, anzi, hanno entrambi un nuovo compagno al proprio fianco. La Angiolini a Verissimo racconta che tra Francesco Renga e suo padre c’è stato sin da subito un ottimo rapporto: “Francesco è molto romano, mio padre anche, quindi simpatizzavano parlando in dialetto.” Poi racconta: “Io vivo a Brescia oggi anche perché mi sembrava un modo per evitare un contrasto forte in quel momento della nostra vita. Oggi sono felicissima, perché abbiamo vissuto solo quello che dovevamo vivere per i dispiacere di non poter stare insieme.”, ha concluso. (Aggiornamento di Anna Montesano)



Francesco Renga e il rapporto con Ambra Angiolini

A partire dallo scoppio della pandemia di Coronavirus, sia Francesco Renga che Ambra Angiolini hanno deciso di sostenere Brescia, la loro città (di origine per uno, adozione per l’altra), attraverso una bella iniziativa. Il titolo è proprio ‘Sostieni Brescia”, e consiste in una raccolta fondi a favore delle famiglie colpite da quella crisi sanitaria che ben presto si è trasformata in crisi economica. Sono ben 2 milioni gli euro raccolti grazie alla collaborazione di Ambra, che sui social media n’è stata prima promotrice. A lei si è accodato il suo ex e padre dei suoi figli Jolanda e Leonardo, che più di tutti hanno risentito della situazione. Il sogno condiviso, espresso in quei giorni per bocca di Ambra, era di “andare a fare una passeggiata in centro a Brescia”, semplicemente. Adesso, probabilmente, sono tornati a farlo. Resta invece tempo per organizzare le ferie: “Sogno le vacanze in via Lamarmora oppure un luglio stupendo a Orzinuovi, a Castenedolo”, ha dichiarato.



Francesco Renga racconta i momenti più duri della sua Brescia

Intervistato da I Lunatici su Rai Radio2, Francesco Renga ha parlato di come i figli suoi e di Ambra Angiolini abbiano trascorso la ‘fase 1’, vale a dire quella più restrittiva. “I nostri figli all’inizio l’hanno vissuta come noi, sembravano in un film. Ora sono sconvolti come noi. Io e Ambra siamo molto fortunati da questo punto di vista, nostra figlia Jolanda ha sempre avuto un grande impulso per il sociale. Sa che fa parte di una comunità, che è meglio se in quella comunità tutti stiano comunque bene. Quando tutto sarà finito, non dimentichiamoci dei veri angeli”. Il racconto prosegue, facendo eco alla drammatica cronaca di quei giorni: “Nella mia Brescia è stata una tragedia di proporzioni veramente devastanti. Forse non si è capito qui tra Bergamo e Brescia abbiamo passato dei momenti terribili che sono stati compresi forse in maniera più precisa da tutto il Paese con le immagini delle salme portate via dall’esercito dall’ospedale. Nel bresciano e nel bergamasco ci sono dei posti dove una intera generazione non c’è più. I nonni non ci sono più. Io abito in una casa vicino all’ospedale, sentivo le ambulanze con una frequenza di pochi secondi una dalle altre. Andavano e venivano. Fino a pochi giorni fa amici medici mi dicevano che nel pronto soccorso c’erano ancora centinaia di persone che aspettavano di fare il tampone mentre erano positivi al coronavirus. Ora mi sembra che la situazione sia migliorata. Ci sono quaranta, cinquanta persone nel pronto soccorso. Però è stata veramente dura”. E continua: “Abbiamo visto tanta forza, tanta energia. Il virus qui non ha piegato nessuno. Anche se sono morti nonni, madre, padri. Qui nessuno si è mai permesso di arrendersi, è commovente. Bisogna aiutare ora chi rischia di rimanere indietro. Non deve rimanere indietro nessuno. Ma non solo a Brescia, nel Paese».

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