Si svolgeranno lunedì pomeriggio i funerali di Francesco Saverio Borrelli, a partire dalle ore 14.45 presso la chiesa di Santa Croce in via Sidoni, proprio a pochi passi dai luoghi in cui si è svolta gran parte della vita del capo del pool di Mani Pulite, ovvero il Conservatorio e il Palazzo di Giustizia. Sempre domani, nel Palazzo di Giustizia sarà aperta la camera ardente dalle 9.30 alle 12 per l’ultimo saluto al magistrato. Borrelli è morto nella giornata di ieri presso una stanza dell’hospice dell’istituto tumori della città di Milano dove da qualche settimana era ricoverato per via del peggioramento delle sue condizioni di salute. In tanti hanno voluto ricordare Borrelli, a partire da Francesco Greco, procuratore capo di Milano nonché allievo dello stesso, il quale ieri mattina, come spiega il quotidiano Repubblica.it, ha trascorso gran parte della giornata in tribunale a organizzare la camera ardente. Ma al tempo stesso è stata ieri anche una giornata dedicata alle polemiche su un passato che è stato tutt’altro che archiviato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LE PAROLE A DI PIETRO
E’ morto nella giornata di ieri Francesco Saverio Borrelli, il magistrato di origini napoletane, ma che ha sempre lavorato nelle aule del tribunale di Milano, divenuto famoso soprattutto per essere stato a capo del pool di Mani Pulite. Fra i collaboratori all’epoca dell’inchiesta si ricorda il giudice Antonio Di Pietro, e quest’oggi l’edizione online de Il Corriere della Sera ha riportato alla luce un curioso aneddoto sul rapporto proprio fra i due, quasi di amore e odio. Si mormora infatti che Borrielli telefonò a Di Pietro dopo che questi aveva taciuto di “essere sotto scacco di Previti per un prestito dall’assicuratore Gorrini”, scrive il quotidiano, e aveva “lasciato intendere ai vari politici che lo corteggiavano di essere stato quasi costretto dai colleghi a indagare Berlusconi”. La chiamata del capo del pool di Mani Pulite fu burrascosa «non venire più in Procura – Borrelli a Di Pietro – perché ti faccio buttar giù dalle scale se non fai immediatamente il tuo dovere». Nel 1996, Borrelli testimoniò poi in aula a Brescia, proprio sulla “defezione” del giudice molisano. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FRANCESCO SAVERIO BORRELLI È MORTO: IL SALUTO DI MATTARELLA
Tante le reazioni del mondo della politica e della magistratura rispetto alla notizia della morte di Francesco Saverio Borrelli. Del capo del pool di Mani Pulite ha parlato anche Sergio Mattarella, che in una nota del Quirinale ha ricordato il “magistrato di altissimo valore, impegnato per l’affermazione della supremazia e del rispetto della legge, che ha servito con fedeltà la Repubblica”. Gherardo Colombo – che nel pomeriggio di sabato si è recato all’hospice dell’Istituto dei tumori di via Venezian dove Borrelli si è spento – ha ricordato: “Abbiamo lavorato tanto assieme, incarnava perfettamente l’idea del magistrato che svolge il suo lavoro nell’interesse di tutti, era una persona eccezionale”. Commozione anche da parte del procuratore aggiunto Paolo Ielo:”Sono molto molto addolorato, è un momento difficile e credo che mi terrò dentro il mio dolore”. Parole d’encomio anche da parte di Edmondo Bruti Liberati, ex procuratore di Milano:”Di Francesco Saverio Borrelli si deve ricordare non solo l’aver guidato la procura di Milano in un momento difficile, ma la sua intera carriera: è stato giudice e pubblico ministero, giudice civile, procuratore generale, e molto altro. In questi tempi ultimi si sono fatte critiche al carrierismo, ma lui ha dimostrato nella sua lunga carriera che lo si può fare con spirito di servizio e utilità complessiva per la giustizia. Se ricordiamo Mani Pulite in modo comunque positivo è perché lui seppe gestite quella fase delicata, il mitologico ‘pool’ fu una sua invenzione”.(agg. di Dario D’Angelo)
MORTO BORRELLI, FIGLI CRAXI VOCI FUORI DAL CORO
Non solo dichiarazioni di cordoglio volte a celebrare la figura di Francesco Saverio Borrelli, il magistrato morto oggi a Milano all’età di 89 anni. Tra le voci fuori dal coro c’è quella di Bobo Craxi, figlio di Bettino, che fu il politico di maggiore spicco a risentire dell’inchiesta Mani Pulite, di cui Borelli era a capo del pool investigativo. Il figlio del leader socialista dichiara:”E’ stato a suo modo un protagonista della storia di questo Paese. E’ stato espressione di una funzione di scardinamento delle forze che governavano all’epoca, dopo di che negli anni successivi ha riflettuto sul disastro compiuto. Fu una delle punte di diamante di quello che io considero un colpo di Stato, il sovvertimento di un organo dello Stato da parte di un altro. Comunque pace all’anima sua, la guerra è finita”. Un concetto ribadito da Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia:”Con Borrelli viene a mancare uno dei protagonisti principali di una stagione infausta della nostra storia repubblicana. A dispetto di molte comparse del tempo, compresi taluni suoi compagni magistrati assurti ad eroi e gettatasi nell’agone politico ed alla ricerca di incarichi pubblici, Borrelli, scelse con coerenza di vestire solo e sempre la toga e nei recenti anni, se pur sempre con reticenza ed omissioni, ebbe ad avanzare alcune riflessioni amare sugli effetti prodotti dalle inchieste di ‘Mani pulite’. Il tempo, come sempre, pronuncerà parole di verità. Ma la sua dipartita porta con sé molti segreti e molti ‘detto non detto’ che, nonostante il lavoro della storia, resteranno probabilmente celati. Nel momento del dolore e della sofferenza il silenzio e il rispetto sono pertanto dovuti all’uomo e alla famiglia”. (agg. di Dario D’Angelo)
“RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE”
Francesco Saverio Borrelli, ex capo della Procura di Milano morto oggi, noto al grande pubblico per aver guidato il pool di Mani Pulite, nel 2002 si rese come detto protagonista di un discorso storico:”Resistere, resistere, resistere come su un’ultima, irrinunciabile linea del Piave”, pronunciò nel 2002 in occasione dell’ultimo discorso inaugurale dell’anno giudiziario nelle vesti di procuratore generale della Corte d’Appello. Un affondo contro le riforme del governo Berlusconi, reo di aver tagliato le scorte ad alcuni magistrati che si occupavano di inchieste di mafia e corruzione. In quell’occasione, alla cerimonia a Palazzo di giustizia, i magistrati erano presentati in toga nera in segno di protesta e applaudirono con vigore. I rappresentanti di Forza Italia, tra cui Fabrizio Cicchitto, come ricordato da “Il Fatto Quotidiano”, abbandonarono la sala per protesta. In un’intervista di alcuni anni dopo, Borrelli chiarì:”Non era certo un invito ai colleghi, ma alla cittadinanza, alla collettività perché si scuota e reagisca a questo dilagante sgretolamento morale…che purtroppo coinvolge anche molti che dovrebbero dare il buon esempio dall’alto”. (agg. di Dario D’Angelo)
FRANCESCO SAVERIO BORRELLI, A CAPO POOL MANI PULITE
E’ morto Francesco Saverio Borrelli, il magistrato a capo dello storico pool di Mani Pulite, l’indagine che fece di fatto cadere in maniera eclatante la cosiddetta “Prima Repubblica”. E’ deceduto quest’oggi, all’età di 89 anni (compiuti lo scorso 12 aprile), presso l’hospice dell’Istituto dei Tumori di Milano dove era ricoverato. Originario di Napoli, era entrato nella magistratura nel 1955, lavorando quasi sempre nelle aule dei tribunali meneghini. Oltre all’inchiesta degli anni ’90, Borrelli è divenuto amoso anche per il suo discorso pronunciato da procuratore generale della corte d’appello, risalente al 2002, in cui si appellava all’indipendenza della magistratura con tali parole: “Resistere, resistere, resistere, come sulla linea del Piave”. Numerose le reazioni in questi ultimi minuti, subito dopo la notizia della scomparsa del magistrato, a cominciare da quella di Francesco Greco, numero uno della procura di Milano, considerato l’allievo proprio di Borrelli: “Francesco Saverio Borrelli – le sue parole – era un capo che sapeva proteggere i suoi uomini, una persona che ha fatto la storia d’Italia”.
FRANCESCO SAVERIO BORRELLI È MORTO
Borrelli era stato anche a capo dell’ufficio indagini della Figc nel 2006, nominato dall’allora commissario straordinario Guido Rossi, dopo lo scandalo Calciopoli, mentre nel 2007 ricevette la nomina di presidente del Conservatorio di Milano, visto anche il suo grande amore per la lirica e la sua presenza fissa alla Scala di Milano. La camera ardente si terrà lunedì prossimo presso il palazzo di giustizia meneghino, e accanto a Borrelli, fino alla fine, vi sono stati la moglie Maria Laura e i figli Andrea e Federica. Quest’ultima aveva pubblicato un lungo e toccante post sulla propria pagina Facebook, lo scorso 8 luglio, un presagio di quanto stesse per accadere: “Nel mio momento più buio ci sei stato – un passaggio del post – amorevole, quando nacque Sofia, quando mi sono ammalata mi hai portato in giro per capire cos’era questa maledetta malattia. Mi mancano il tuo arguto senso critico, che si parlasse di filosofia, letteratura, musica, storia e arte. Mi manca il suono del tuo pianoforte che giace orfano del tuo talento, come orfani siamo noi. Papà vorrei averti potuto e saputo dare tutto quello che mi hai dato, per sempre”.