Francesco Vaia, Direttore Generale dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani”, è stato ospite ieri del programma di Rai Due, Tg2 Post. Nell’occasione si è parlato ovviamente di covid, e delle ultime novità introdotte dal governo Meloni e dal ministro Schillaci. “Intravediamo la luce, siamo a buonissimo punto. Allo Spallanzani, zero medici no vax, ne tanto meno nel personale di assistenza, un solo infermiere che da un anno e mezzo non era in assistenza. Il tema non è quello dell’obbligo vaccinale ma della persuasione, di far comprendere a chi si occupa di sanità che svolgono un ruolo delicato per cui è bene che si vaccinino, il tema è la comprensione. Tutta questa ideologizzazione dello strumento fa solo male alla società. Noi abbiamo bisogno di avere un po’ di respiro e di guardare con serenità alle cose. Il perimetro è ideologico è considerare gli strumenti al di là di quello che sono: il green pass è stato utilissimo, la vaccinazione obbligatoria in quel momento per il personale sanitario ha avuto un suo perchè (io non l’ho mai condiviso), il lockdown aveva un senso, le mascherine hanno un senso, ma poi bisogna andare oltre, verso l’innovazione”.



Quindi Francesco Vaia ha proseguito parlando delle mascherine, ancora obbligatorie in ospedali e Rsa: “Da sempre in ospedale utilizziamo le mascherine in determinati settori, quindi è un buon senso usarla ancora. Io ce l’ho in tasca e la utilizzo quando c’è grande assembramento, come nei mezzi di trasporto, io nei mezzi la utilizzo sempre, sono preoccupato perchè non hanno la ventilazione meccanica come le scuole. L’OMS ha detto che la ventilazione meccanica protegge tre volte di più delle mascherine. Gli ospedali devono utilizzare il codice deontologico, se ho fatto il giuramento di Ippocrate non posso essere contro la scienza, e devo usare uno strumento efficace come la mascherina. Rendiamo prioritaria la vaccinazione di adulti e fragili”, ha poi aggiunto Vaia.



FRANCESCO VAIA: “COVID? IL NOSTRO PAESE SI E’ COMPORTATO BENE”

Altro argomento toccato, l’eredità lasciata dal covid alla sanità pubblica: “In un primo momento – le parole di Francesco Vaia – il personale medico è stato nudo, anche senza protezione, mascherine. La cosa più importante che ha messo in evidenza il covid è il disvelamento di vecchie e antiche patologie del sistema. Non serve fare cose molto difficili: vanno presi sempre più specializzati e potenziare il territorio, sono anni che non si fa. Questo è un problema che abbiamo, le liste di attesa si abbattono con l’appropriatezza delle prestazioni”.



Sull’addio al bollettino covid quotidiano, Francesco Vaia aggiunge: “Sono stato tra i primi a dire che non lo sopportavo più, quindi bravo il ministro. Il nostro Paese si è comportato bene, abbiamo una grande sanità, abbiamo un’immunità ibrida che è forte, quindi la somma fra l’immunità naturale e la vaccinazione. Il cittadino italiano grazie a questa massiccia partecipazione alla campagna di vaccinazione ha avuto l’immunità ibrida che ci protegge di più: basso tasso di mortalità e malattia meno grave. Questa cosa va spiegata bene: il vaccino non ti fa diventare Highlander, bisogna stare attenti. Poi bisogna vaccinarsi in autunno annualmente come si fa con l’influenza”.