Francesco Vaia, direttore sanitario dell’istituto Spallanzani di Roma, ha rilasciato un’intervista sulle colonne del quotidiano “Il Tempo”, pubblicata sull’edizione in edicola oggi, mercoledì 28 luglio 2021, nella quale ha commentato la situazione pandemica attuale in Italia, a cominciare dal Green Pass. La certificazione verde, secondo il professore, serve per abbattere il rischio di contagio, in quanto bisogna tenere a mente che “il vaccino non è la pozione magica, ma è necessario proseguire a osservare delle cautele”.
A proposito del documento che tanto ha fatto discutere l’Italia, con accese proteste di piazza da parte del popolo dei no vax, secondo Vaia sarebbe stato decisamente più opportuno rilasciarlo soltanto al completamento del ciclo vaccinale, ossia dopo due dosi, prevedendo comunque un tampone per il rilascio a chi ne ha soltanto una. “Con una sola dose, infatti, se non si ha avuto il Covid prima, non si è molto protetti”, ha aggiunto l’esperto.
FRANCESCO VAIA: “SERVE UN PIANO PER SCUOLE E TRASPORTI”
Ai lettori de “Il Tempo”, Francesco Vaia ha manifestato perplessità per la mancanza di pianificazione per il ritorno sui banchi in autunno: a suo dire, c’è la necessità di una pianificazione approfondita, che consenta ai aumentare lo spazio fisico nelle scuole, facendo sì che vi sia un distanziamento sufficiente fra gli studenti e agendo sull’edilizia scolastica. Ma non basta: “Occorre lavorare sui trasporti, per renderli molto più sicuri. Serve un vero e proprio ‘Piano Marshall‘ per la scuola e spero proprio che stavolta qualcuno mi ascolti”.
Fra le mosse da effettuare, a suo dire, rientra la vaccinazione obbligatoria per gli insegnanti, così come per tutte le altre categorie a contatto con il pubblico: “Dobbiamo preoccuparci di chi ha paura del vaccino o è disorientato. Occorre fornire indicazioni precise e raccontare le cose come stanno, anche in relazione alla prospettiva futura”. Qual è questa prospettiva per il domani? “Con i vaccini sempre meno persone prendono la malattia, specie nei suoi sintomi più gravi, e la mortalità è stata abbattuta. Poi va detto che probabilmente avremo davanti a noi un’altra dose di richiamo, e che dalla nostra parte c’è un’arma strategica: le cure domiciliari, con gli anticorpi monoclonali di seconda generazione che costeranno molto meno”.