Per Francesco Vaia il bollettino covid va eliminato

Francesco Vaia è il direttore dell’Istituto Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, voce tra le più autorevoli e noti nell’ambito del covid, recentemente ha rilasciato un’intervista per Libero nella quale ha sottolineato che “in questo momento non vi sono assolutamente elementi di allarme”. Secondo lui “il bollettino quotidiano va eliminato“, perché ormai restituisce dati “poco precisi nel delineare il quadro clinico reale”. “Chi ritiene che questa comunicazione vada mantenuta fa tanto male al paese”.



Insomma, secondo Francesco Vaia ormai la parte peggiore della pandemia da covid è superata ed attualmente “non si assiste a un impatto significativo in termini di malattia grave”, ma neppure a “segnali di forte pressione sulle strutture sanitarie“. L’attuale ondata di covid, “interessa una popolazione più anziana di circa 10 anni rispetto al 2021 e più affetta da patologia”, mentre la malattia grave, in particolare, “la vediamo quasi esclusivamente in chi ha rilevanti fattori di rischio, nei fragili e negli anziani”. “A cosa serve” mantenere il bollettino, si chiede Vaia, “se non a mantenere quello stato di angoscia che tanto guasti ha procurato?”.



Francesco Vaia sul futuro del coronavirus

“Non mi avventuro mai in previsioni”, avverte Francesco Vaia nella sua intervista per Libero, interpellato in merito al futuro del coronavirus. “Ritengo difficile che si possa ritornare ad una situazione simile a quella del novembre 2021”, spiega, “anche le nuove subvarianti, ipotizzate o annunciate, sono tutte figlie di Omicron, quindi in qualche modo prevedibili nei loro esiti”.

Mentre in generale, secondo Francesco Vaia, la popolazione ha ormai “capito che questa non è più la malattia di Wuhan, delle prime ondate”, ma avverta anche che “bisogna fare buon uso del consenso e della fiducia della gente, che non va illusa e che non va trattata come il popolo ignorante da educare”. Di una cosa è convinto, però, le misure di contenimento a cui siamo abituati “sono legate a fasi della pandemia che difficilmente ritroveremo di nuovo”. “Il green pass appare illogico“, conclude la riflessione.



Francesco Vaia: “Comunicazione errata nei vaccini”

Dopo queste brevi riflessioni sul futuro della pandemia, Francesco Vaia ha ragionato anche sugli errori commessi nella gestione della pandemia e, soprattutto, nella campagna vaccinale. Su quest’ultima, in particolare, sottolinea come “la fatica psicologica della vaccina ripetuta” e stata sostenuta da “una campagna di comunicazione errata”. “La prima cosa che il cittadino vede e ti chiede”, in merito ai vaccini, “è: come mai mi sono vaccinato con la terza e quarta dose e mi sono comune ammalato?”.

Errori di comunicazione, insomma, nella gestione del virus, come “aver insistito troppo sulla capacità dei vaccini di proteggere dall’infezione, che si è rivelata bassa”. “Bisognava insistere”, continua Vaia, “verso una dose annuale di richiamo e non dare la sensazione di prevenire l’infezione”. Tuttavia, non vuole essere frainteso e  lo sottolinea a chiara voce nel suo intervento, “il vaccino ha avuto un impatto forte sulla mortalità (..) senza non ce l’avremmo fatta”.