Una nuova circolare del ministero della Salute ha dato il via libera alla dose addizionale a dieci categorie di pazienti, tra trapiantati e immunocompromessi, che nelle prossime settimane avranno la possibilità di sottoporsi alla terza somministrazione del vaccino anti-Covid. Tanti sono i pazienti in questa situazione in Italia con Francesco Vaia, direttore dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani, che ospite a Porta a Porta su Rai Uno ha evidenziato: “Parliamo di due/tre milioni di persone, sono tante perché tante sono le persone che hanno funzioni vitali compromesse dopo cure chemioterapiche e dialisi. Questa malattia ha dimostrato di essere molto aggressiva fino alla morte con determinate categorie anagrafiche e di pazienti immunodepressi, quindi prudenzialmente si è avviata questa dose addizionale”.
Vaia, nonostante i tanti pareri favorevoli alla terza dose, si è detto scettico: “L’Oms è abbastanza scettico, lo sono anche io. Anche l’ECDC dice che non c’è ancora l’esigenza né l’evidenza scientifica per la terza dose. In Israele si va verso la quarta? L’opinione pubblica deve capire che una cosa è la sperimentazione di massa, un’altra l’atto prudenziale e un’altra ancora l’evidenza scientifica. L’evidenza scientifica si avrà dopo 15 giorni dalla dose addizionale, ci dice che probabilmente questo vaccino è sfuggito in parte alla variante che ormai è predominante. Questo perché scontiamo una inefficacia del vaccino che sapevamo già, ma anche dalle condizioni personali del paziente che potrebbe essere un “no responder”. Facciamo una corsa contro il tempo, perché se non blocchi la circolazione del virus lui muta continuamente”.
Francesco Vaia: “Vaccino no pozione magica, ma numeri non mentono”
Nel corso dell’intervista rilasciata a Porta a Porta Francesco Vaia ha risposto alle domande del conduttore Bruno Vespa e degli ospiti in studio, tra i quali anche il condirettore di Libero Pietro Senaldi che lo ha incalzato. Vaia ha detto: “Il vaccino non è una pozione magica, ma neanche un farmaco in sperimentazione. I dati ci dicono che solo l’1% dei vaccinati si contagia dopo la seconda dose, mentre i non vaccinati presenti in reparto allo Spallanzani sono 14 su un milione. I dati non sono più discutibili, senza vaccini avremmo avuto milioni di morti“.
“Credo molto nel convincimento, gli italiani hanno dato una risposta eccezionale. Non inseguiamo nessun modello perché siamo tra i primi in Europa, quindi l’obbligo vaccinale era un po’ sfumato. Il Green pass è uno strumento, non dobbiamo politicizzarlo perché facciamo errori gravi. È una sciocchezza dire che l’obbligo del Green pass equivale all’obbligo del vaccino– ha proseguito-, perché lo posso avere anche facendo il tampone. È una garanzia di stare in una bolla negativa”. Poi ha espresso il suo pensiero sulle mascherine e non solo: “Per me non servono, sono inutili. I monoclonali a breve saranno di produzione italiana grazie allo Spallanzani, stanno salvando ad oggi tanta gente. Li stiamo sperimentando intramuscolo, non serve venire in ospedale e visto che funzionano chiediamo di abbassare i prezzi in modo tale da permettere a tutti di farlo. Draghi si può impegnare perché ha voce forte in Europa, grazie a lui può arrivare questa terapia”.