“ABBATTETE QUELLA STATUA”: CAOS IN VANDEA PER LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI FRANCIA

Parlare di laicità e laicismo in Francia potrebbe dover necessitare un trattato che va ben oltre i limiti particolari di un articolo giornalistico: eppure il caso della Vandea – con il tribunale intento a far abbattere la statua di San Michele a Les Sables-d’Olonne, nella Francia occidentale – potrebbe effettivamente chiamare in causa due diversi tipi di “laicità”. O meglio, una vera laicità e una che potrebbe definire più propriamente “laicismo”. Ecco i fatti: lo scorso dicembre l’associazione francese “giacobina”, la Libre Pensée, ottiene dal tribunale amministrativo di Nantes di poter abbattere entro sei mesi la statua di Saint-Michel con il drago posta nella piazza antistante l’omonimo chiesa di Les Sables-d’Olonne, in Vandea.



I giudici diedero ragione all’associazione facendo riferimento ad una antica legge del 1905 che regola ancora oggi i rapporti tra Chiesa e Stato in Francia, in quanto «si oppone all’installazione, nello spazio pubblico, di un segno o di un emblema che esprima il riconoscimento di un culto o che indichi una preferenza religiosa». Il 16 settembre 2022 la Corte d’Appello di Nantes ha confermato senza ricorsi la sentenza del tribunale e così ora il sindaco del piccolo comune Yannick Moreau ha 6 mesi per porre in essere la sentenza, rimuovendo la statua nella piazza centrale del paese. «San Michele (patrono dei paracadutisti in Francia, ndr) è capo della milizia celeste degli angeli del Bene, facente parte dell’iconografia cristiana», e in quanto tale ha dunque «un carattere religioso». Per questo motivo la statua va rimossa immediatamente «da luoghi di proprietà pubblica».



CITTADINI IN PIAZZA PER PROTEGGERE LA STATUA DI SAN MICHELE: LA LAICITÀ È POSSIBILE

Qui però accade un fatto inaspettato, ma non così impensabile nonostante i tempi secolarizzati che corrono nella “un tempo cristianissima” Europa: i cittadini di Les Sables-d’Olonne si ribellano alla decisione del tribunale e dell’associazione anti-religiosa e preparano con il sindaco un ricorso dinanzi al Consiglio di Stato per provare a salvare la statua dedicata a San Michele. In primo luogo, la città della Vandea ha fatto valere quanto avvenuto negli scorsi anni con un referendum della municipalità che ha confermato al 94% l’intento di procedere fino al terzo grado (ovvero con il Consiglio di Stato) per salvare la statua di San Michele; successivamente, nelle scorse settimane migliaia di persone sono scese in piazza, con anche 300 ex parà, per difendere il monumento considerato non solo simbolo cristiano ma anche «segno patriottico».



Come riporta Renato Farina su “Libero” introducendo il caso della Vandea, un giurista francese e magistrato come Étienne Madranges contesta duramente l’iter della giustizia in Francia: «La Francia è questa. La Francia ha una storia… i simboli religiosi, testimoni di una storia che risale a duemila anni fa, sono ovunque. Come le migliaia di crocifissi che adornano le strade rurali lontane da qualsiasi chiesa, o nel vocabolario di tutti i giorni, poiché spesso si dice che una vittima ha vissuto un vero e proprio… calvario». Per il sindaco di Les Sables d’Olonne Yannick Moreau elezioni e sentenze sono alle spalle, «È giunto il momento di celebrare Saint-Michel. Il tempo della discrezione è alle spalle. La città difende il suo patrimonio». Da uno scontro “laicista” ad un caso che fa già “giurisprudenza” per possibili prossimi casi futuri: «vogliono attaccare la nostra cultura e le nostre tradizioni». Il tema è complesso e dipenderà in parte da cosa deciderà il Consiglio di Stato (diciamo che i precedenti non sorridono al povero San Michele, visto quanto avvenuto nel 2017 con la statua di Papa Giovanni Paolo II a Ploermel), in parte invece risveglia un elemento che sembrava ormai “defunto”: c’è possibilità di essere laici nella società contemporanea e pubblica riconoscendo però radici, valori e simboli della propria identità di popolo. Il tema ora è capire cosa vorrà “sposare” il Consiglio di Stato francese: se il laicismo dei giudici di Nantes o la testimonianza laica del sindaco, del Comune e dei cittadini di Les Sables d’Olonne.