Forse da oggi bisognerà dire che in Francia non è più un diritto nascere, ma sopravvivere. In Francia, come da noi, l’aborto era già legale, adesso è un diritto sancito dalla Costituzione.
Se una donna volesse far nascere il suo bambino e si trovasse in una situazione difficile, anche drammatica, ha uguale diritto di essere aiutata? O deve accontentarsi del diritto, costituzionale, di abortire?
Ha deciso così il Parlamento francese, a larga maggioranza, con in più la pretesa di fare da maestro a tutti gli altri. Ovvero noi siamo la democrazia, chi non è d’accordo con noi non è democratico. Per ora per i dissidenti non è prevista la democratica ghigliottina. Questa, per ora, è riservata ai bimbi non nati di mamme democratiche o di mamme lasciate sole con i loro problemi. E il diritto all’obiezione di coscienza? Questo diritto costituzionale è stato soppresso dal nuovo diritto costituzionale?
Sia chiaro, l’aborto procurato c’è già ed è sempre più praticato, gratuitamente, anche per chi è straricco, e che così può risparmiare un po’ di soldi per permettersi qualche “spesuccia” in più.
Per anni, per decenni, il mondo cattolico ha partecipato, giustamente, in prima fila, alla lotta contro il comunismo ateo. Ora sarebbe il caso che si accorgesse che quei borghesi con cui ha lottato, come già nella maggior parte dei Paesi dell’Occidente, non volevano difendere la giustizia e la libertà, ma solo il loro benessere. Anzi, gran parte del mondo cattolico, o presunto tale, si è lasciato coinvolgere nello stesso stile di vita. “Certo una cosa così io non la farei mai, se lo fanno gli altri, a me che cosa me ne importa? La ‘colpa’ è loro, io mica devo assumermi le colpe degli altri!”.
Uno che è morto sulla croce assumendosi i peccati di tutti, a cominciare dai miei e da quelli di papa Francesco (reo confesso), ci ha insegnato ad amare i nostri nemici, non necessariamente a stimarli. Anzi, per il loro bene dovremmo condividere quel po’ di verità che riusciamo a capire. Ad esempio che venire al mondo è una grazia, e anche un diritto.
Si tratta di difendere non principi irrinunciabili, ma persone che non potranno diventare persone.
Ma se è così, allora bisognerebbe impegnarsi a non far morire migliaia e migliaia di persone che ogni giorno muoiono in Ucraina, a Gaza o in altri conflitti dimenticati. Dimenticati come quelle povere donne che per disperazione non hanno trovato altra soluzione che l’aborto.
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