Il diritto all’aborto entra in Costituzione in Francia. L’Assemblea nazionale, camera bassa del parlamento francese, e il Senato hanno approvato in una sessione comune, nella reggia di Versailles, la proposta di legge che rende la Francia il primo paese a cambiare la propria Carta fondamentale per inserire un riferimento specifico all’interruzione di gravidanza. Il testo, che sarà trasmesso al Presidente della Repubblica, è stato approvato con 780 voti a favore e 72 contrari, quindi ben al di sopra della soglia minima di 512 voti, cioè i tre quinti dell’assemblea. Il parlamento francese e lo stesso governo stavano lavorando da due anni a questa proposta, che inserisce nell’articolo 34 della Costituzione «la libertà garantita alla donna all’interruzione di gravidanza», rendendola molto più difficile da ostacolare a livello legale.
Il risultato della votazione odierna era ritenuto scontato, visto che entrambe le Camere si erano espresse a favore nei giorni scorsi. Ma era l’ultimo passaggio necessario per l’approvazione definitiva della norma. Infatti, per cambiare la Costituzione, la legge andava votata anche da almeno tre quinti dei parlamentari di Assemblea e Senato. Inoltre, è prevista un’apposita cerimonia per l’8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna. «In un momento in cui i diritti della donna sono minacciati in tutto il mondo, la Francia si alza e si pone all’avanguardia del progresso», ha dichiarato il premier francese, Gabriel Attal.
“ABORTO NON E’ DIRITTO”: LA NOTA DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA
La Pontificia Accademia per la Vita tramite una nota diffusa dal Vaticano ha ribadito che l’aborto non può essere un diritto. «Proprio nell’epoca dei diritti umani universali, non può esserci un diritto a sopprimere una vita umana». L’Accademia è intervenuta a sostegno della posizione della Conferenza episcopale francese (CEF) che già il 29 febbraio aveva sottolineato che l’aborto «rimane un attentato alla vita fin dall’inizio, non può essere visto esclusivamente nella prospettiva dei diritti delle donne». Inoltre, era stato espresso il rammarico «che il dibattito avviato non abbia menzionato le misure di sostegno per coloro che vorrebbero tenere il proprio figlio».
Nella nota, la Pontificia Accademia per la Vita rimarca che per la Chiesa cattolica «la difesa della vita non è un’ideologia», come evidenziato da Papa Francesco nell’udienza generale del 25 marzo 2020, bensì «una realtà umana che coinvolge tutti i cristiani, proprio perché cristiani e perché umani» e che bisogna agire sul piano culturale ed educativo «per trasmettere alle generazioni future l’attitudine alla solidarietà, alla cura, all’accoglienza», nella consapevolezza «che la cultura della vita non è patrimonio esclusivo dei cristiani, ma appartiene a tutti coloro che, adoperandosi per la costruzione di relazioni fraterne, riconoscono il valore proprio di ogni persona, anche quando è fragile e sofferente».