Il gruppo ambientalista animalista L124 in Francia sta facendo discutere l’opinione pubblica dopo aver tenuto diverse lezioni, autorizzate dal Ministero, all’interno delle scuole materne ed elementari, parlando degli orrori degli allevamenti e dell’industria della carne e della pesca. Per vari anni l’organizzazione è stata sotto accusa da parte degli agricoltori ed allevatori che hanno criticato l’attivismo, anche in ambito scolastico, affermando che le loro pubblicazioni dedicate ai più piccoli spingerebbero i bambini ad adottare un’alimentazione vegana, proponendo filmati e racconti di violenza e sofferenza e allo stesso tempo promuovendo l’industria degli alimenti sintetici.



Più volte però è stato evidenziato dai vertici dell’associazione, l’appoggio da parte del governo, e l’autorizzazione nel divulgare il giornale informativo, anche quello dedicato all’educazione dei giovanissimi, dichiarando anche di voler “portare avanti un progetto che spingerà i bimbi ad adottare uno stile alimentare più etico e non supportare l’industria dello sfruttamento animale“.  Le critiche sono state però soprattutto per il materiale mostrato, non esente da contenuti propagandistici, spesso con interviste anche ai protagonisti ristoratori del settore vegan e del cibo alternativo simile a quello derivato animale ma fatto in laboratorio.



Scuole Francia, sempre più docenti supportano lezioni sul benessere animale

A supporto del progetto portato avanti dall’organizzazione animalista L214, parla il presidente intervistato dal quotidiano Le Figaro, dopo il caos mediatico creatosi nell’ultimo periodo proprio a causa della propaganda sponsorizzata dal Ministero. Antoine Comiti, spiega che l’obiettivo è quello di educare i più piccoli all’antispecismo, sottolineando le similitudini tra cuccioli di animali e bambini.

Il giornale poi sottolinea il fatto che questa linea di pensiero è supportata da moltissimi docenti, che non negano di condividere l’ideologia di L214, proponendo spesso ai loro studenti riflessioni sul tema dell’animalismo e dell’ambientalismo, ad esempio sottolineando il fatto che gli allevamenti intensivi oltre che produrre sofferenza contribuiscano notevolmente ad aumentare le emissioni inquinanti. Il dibattito quindi resta aperto, perchè come sostengono molti ricercatori e scienziati attivisti intervenuti nella discussione, “è ora di sdoganare anche a scuola il tema del benessere animale, per invitare a riflettere e avere un’opinione libera da censura“.